Come è ormai noto la Pubblica Amministrazione soffre di una tale carenza di personale da rischiare la chiusura di numerosi uffici.
Si calcola che nel 2026 mancheranno all’appello 770mila dipendenti. Sarà per l’età media di circa 57 anni che costringe al pensionamento più dipendenti di quanti se ne assumano, sarà per l’emorragia di giovani laureati che vanno all’estero, o sarà per la mancanza di programmazione ma la P.A. è in evidente affanno.
È in affanno perché il Governo non l’aiuta a riempire i vuoti di organico degli uffici. L’ultima mossa di Palazzo Chigi, assieme al Ministro della P.A., Paolo Zangrillo, è stata quella di accantonare una graduatoria dove 14mila idonei aspettavano l’assunzione.
Un concorso bandito nel 2020 e costato ben 3 milioni di euro è stato di fatto archiviato dal governo e ne è stato indetto uno nuovo. A cui probabilmente parteciperanno gli idonei del concorso precedente.
La motivazione è abbastanza discutibile. Sembrerebbe che una prova d’esame fosse troppo semplice. Una prova che rispetto alle precedenti insisteva molto di più sul tema delle competenze digitali. Ma non sono proprio le competenze digitali quelle di cui la P.A. ha strenuo bisogno?
Roma, 27 gennaio 2024
Redazionale