Lo avevamo denunciato circa nove mesi fa in solitudine. E lo avevamo fatto con un comunicato dal titolo volutamente provocatorio: “Statale vaccinato, statale vessato”.
Parlavamo della ben nota decurtazione retributiva inflitta alle giornate di assenza per malattia inferiore a 10 giorni, che andava ottusamente a colpire anche le giornate di assenza dovute alla vaccinazione. Un assurdo sotto tutti i punti di vista: giuridico, economico, morale. E ci chiedevamo se fosse normale applicare un discutibile principio di deterrenza dell’assenteismo anche alle assenze dovute ad un atto, quello della vaccinazione, compiuto con l’obiettivo di ridurre il rischio di contagio e per prevenire le potenziali occasioni di assenza dei dipendenti pubblici.
Forse in Parlamento c’è ancora chi ascolta le istanze dei lavoratori e qualcosa si è mosso. Infatti, nella legge di conversione del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”, è stato inserito l’art. 2-bis che così recita:
“L’assenza dal lavoro del personale, che svolge un’attività lavorativa a tempo indeterminato e a tempo determinato, delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per la somministrazione del vaccino contro il COVID-19 è giustificata. La predetta assenza non determina alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale né accessorio.”
Una norma simile già esisteva, ma era limitata al solo personale scolastico. Ora, invece, viene estesa a tutti e in tale forma diventerà operativa con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Resta irrisolto il problema di coloro che hanno già effettuato le vaccinazioni nei mesi scorsi o la effettueranno prima dell’entrata in vigore della nuova disposizione. Per questo occorrerà da parte del decisore politico un ulteriore sforzo in direzione dell’equità di trattamento verso tutti coloro che sin dall’inizio della campagna vaccinale hanno compiuto un gesto di alto valore nell’interesse della collettività e dell’utenza dei servizi pubblici.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 21 gennaio 2022