Meglio tardi che mai. È questo il commento che viene spontaneo alla notizia che il Parlamento, durante la discussione per la conversione del decreto-legge sul rafforzamento della Pubblica Amministrazione, ha approvato un ordine del giorno in cui si ribadisce il “diritto” degli ispettori del lavoro e del personale ANPAL a ricevere gli arretrati 2020-2022 della perequazione dell’indennità di amministrazione.
Come gli ispettori sanno bene, la UILPA ha fatto di questa sacrosanta vertenza una battaglia di bandiera. Per questo abbiamo sostenuto le iniziative legali che diversi gruppi di lavoratori hanno portato avanti in vari tribunali riportando importanti successi, come nel caso della sentenza n. 104/2023 del Tribunale di Venezia per gli ispettori del lavoro.
Ma questa battaglia per noi è sempre stata soprattutto una questione politica, più che giuslavoristica, perché chiama in causa la corretta applicazione di una norma contrattuale nazionale: quella sulla perequazione delle indennità fra i Ministeri.
Distorcendo lo spirito dell’art. 56 del CCNL 2019-2021, infatti, il legislatore aveva sin qui escluso ingiustamente i dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro dai miglioramenti destinati ai loro ex-colleghi del Ministero. Un vulnus gravissimo che era stato parzialmente sanato nell’ultima legge di bilancio a decorrere dal 2023, lasciando però scoperti gli anni precedenti.
La UILPA ha sempre avuto ben chiaro che la soluzione del problema non poteva che scaturire da una iniziativa legislativa ad hoc. L’ordine del giorno Malagola approvato alla Camera il 31 luglio va finalmente in questa direzione, perché impegna il governo a prevedere le risorse per corrispondere al personale di INL e ANPAL il differenziale sull’indennità di amministrazione previsto dall’art. 56 del CCNL anche per gli anni 2020, 2021 e 2022.
Così anche il Parlamento riconosce la piena validità e la legittimità della posizione che la UILPA ha sempre sostenuto, ossia che al personale dell’Ispettorato del lavoro inserito nel sistema di classificazione professionale fissato dal CCNL 2019-2021 va riconosciuta l’indennità di amministrazione rideterminata dallo stesso CCNL e con la medesima decorrenza.
Non solo: per la prima volta il Parlamento ammette che la mancata perequazione rappresenta una “palese discriminazione” e che la sua permanenza sarebbe “pregiudizievole” per l’efficienza di un comparto strategico come la vigilanza sul lavoro.
Cosa ci aspettiamo adesso? Che la politica, dopo aver battuto un colpo, sia coerente con sé stessa e trasformi questo ordine del giorno in norma di legge. E che lo faccia subito. Senza nascondersi dietro paraventi finanziari che in questo momento, in cui le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono divorate dall’inflazione, apparirebbero quasi grotteschi.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 1° agosto 2023