Per la campagna elettorale delle RSU abbiamo fatto una scelta radicale: dare voce ai nostri candidati. Di conseguenza da circa due settimane sul sito nazionale della Uilpa compaiono numerose interviste ai lavoratori che si sono messi in gioco per rappresentare i loro colleghi in sede di contrattazione decentrata.
Stiamo così raccogliendo decine e decine di interventi di donne e uomini che operano ogni giorno negli uffici pubblici, centrali e periferici. Raccolta che si sta rivelando una formidabile inchiesta sulle condizioni in cui versa la Pubblica Amministrazione italiana.
Le risposte di chi vive la realtà concreta degli uffici pubblici segnano la distanza abissale dalle dichiarazioni dei politici sui mali della Pubblica Amministrazione, di cui peraltro non si assumono mai la responsabilità.
Ora però i nodi vengono al pettine. Per la stragrande maggioranza degli intervistati i principali problemi dei luoghi in cui lavorano sono due, strettamente correlati fra loro: carenza di organico e difficoltà a svolgere le quotidiane attività di servizio.
Non c’è un solo settore dove non si avverta una forte mancanza di personale. Le risposte più impressionanti sono quelle che arrivano dai nostri colleghi meno giovani e che offrono un confronto impietoso con la situazione di 20 o 30 anni fa. Non usano mezzi termini: parlano di prosciugamento, impoverimento, emorragia. Viene fuori il quadro di una macchina dello Stato scientemente fatta a pezzi dalla politica: comportamento che non esito a definire socialmente doloso.
Giovani e meno giovani, tutti indistintamente hanno chiara la percezione di una situazione spesso al limite del sopportabile. I carichi di lavoro si riversano sulle spalle delle poche unità presenti, costrette a sobbarcarsi una pluralità di impegni e responsabilità. Ciò significa coprire non una, ma due, a volte tre mansioni diverse senza alcun riconoscimento professionale, di carriera ed economico. Significa inoltre combattere contro una disorganizzazione strutturale che richiede flessibilità e adattamento continuo, anche in termini di orario effettivo di lavoro. Alla faccia della favola che vuole gli impiegati statali eternamente attaccati al proprio incarico e refrattari a qualunque cambiamento.
Le dichiarazioni dei nostri colleghi rivelano poi un altro aspetto non meno inquietante dei precedenti. È sorprendente infatti il numero di coloro che segnalano le condizioni degradate degli ambienti di lavoro. Locali fatiscenti, strumentazioni inadeguate, difficoltà di comunicazione fra le strutture. Un problema, quest’ultimo, che talvolta incrocia anche aspetti legati all’inadeguata digitalizzazione dei processi lavorativi. Anche per questo aspetto consigliamo vivamente a politici ed esperti di leggere le nostre interviste. Si renderanno conto che lavorare in un ente pubblico nel 2022 significa vivere una condizione di emergenza continua.
Ai nostri candidati è stato inoltre chiesto perché i lavoratori dovrebbero preferire le liste Uilpa alle prossime elezioni e le risposte sono pressoché unanimi: perché la Uilpa si batte con coerenza, perché mette al centro le lavoratrici e i lavoratori senza guardare alla loro appartenenza politica e sindacale, perché le nostre liste sono composte da persone che ascoltano i problemi di tutti. Il messaggio lanciato dei nostri candidati è molto semplice: lavorare meglio significa dare migliori servizi ai cittadini. È questo che vuole la Uilpa. Non siamo sicuri che lo voglia anche la politica. Ma come lavoratori e come sindacalisti siamo caparbi. Continueremo a batterci per cambiare la Pubblica Amministrazione e renderla davvero efficace ed efficiente.
Sandro Colombi, Segretario generale Uil Pubblica Amministrazione
Roma, 26 marzo 2022