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Cnel. Risvolti occupazionali della transizione energetica: le ricadute positive e negative

La crisi economica degli ultimi mesi collegata al settore energetico, le cui origini sono precedenti alla guerra in Ucraina, ha rivelato in maniera evidente la necessità e l’urgenza di accelerare il percorso della transizione energetica per il raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo.

Il tema, di grande attualità, sarà al centro di un convegno promosso dal CNEL in programma martedì 29 novembre 2022 alle ore 10. Ai saluti e all’introduzione del presidente Tiziano Treu e della vicepresidente Gianna Fracassi seguiranno gli interventi di Maurizio Del Conte, Ordinario di Diritto del lavoro, Università Bocconi (da remoto); Giordano Colarullo, Direttore Generale  Utilitalia; Emilio Miceli, Segretario Confederale CGIL; Giuseppe Carrus, Ordinario di Psicologia Sociale Università Roma Tre; Angelo Colombini, Segretario Confederale CISL; Pierpaolo Masciocchi, Responsabile Settore Ambiente ed Energia  Confcommercio (da remoto); Andrea Zaghi, Direttore Generale  Elettricità Futura; Paolo Pirani, Consigliere CNEL UIL; Elena Verdolini, Ordinario di Economia Politica Università degli Studi di Brescia (da remoto); Valentina Bagozzi, Responsabile Mercato, Energia, Utilities  Confartigianato; Pino Ricci, Presidente Confindustria Energia (da remoto). Conclusioni a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Modera Massimo Mascini, direttore responsabile del quotidiano online ‘Il Diario del lavoro’.

Il convegno prevede un’analisi delle misure politiche adottate e una valutazione delle implicazioni economiche e sociali, con un focus sulle ricadute lavorative e occupazionali. Al processo di rinnovamento del panorama energetico internazionale, infatti, si affianca un radicale cambiamento anche del mercato del lavoro, con seri riflessi nei confronti di quelle maestranze e professionalità destinate, nel breve-medio periodo, e vedere superate le loro competenze ma, allo stesso, tempo si prospettano nuove opportunità occupazionali, parzialmente ancora inesplorate.

Se i cosiddetti green jobs, legati alla trasformazione del mercato energetico, promettono una trasformazione delle professionalità ed un aumento della domanda di lavoro, l’effetto soffocante delle bollette fuori controllo costringe le imprese, talvolta, al ricorso alla cassa integrazione o addirittura alla riduzione di personale.

Se è vero, com’è vero, che la transizione energetica, oltre che sulle questioni ambientali, avrà notevoli implicazioni sui processi produttivi e sull’organizzazione dei sistemi economici, diversi sono invece  i punti di vista rispetto alle conseguenze che si presenteranno a livello occupazionale. Gli scenari possibili sono da un lato un importante effetto positivo legato alla ricerca di nuove professionalità e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro, come emerso anche dall’ultimo Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione del CNEL, dall’altro il rischio di una perdita di posti di lavoro per gli addetti agli indotti tradizionali che non riuscissero a riqualificarsi.

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