A cura dei servizi: politiche fiscali, previdenziali, sociali e del welfare politiche del lavoro, coesione e territorio
Premessa
Con l’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Lavoro (D.L. 48/2023), siamo purtroppo in presenza dell’ennesima decretazione d’urgenza su questo tema, invece di interventi strutturali e lungimiranti volti a dare stabilità e qualità allo stesso.
Su questo tema, così come sulla previdenza, abbiamo più volte sollecitato il Governo e, nello specifico, la Ministra del Lavoro ad aprire un tavolo di consultazione con le parti sociali per una seria ed approfondita riflessione sul tema del precariato, sul tema della salute e sicurezza e dei controlli.
Il perché delle mancate consultazioni ci appare ora chiaro, visto l’intento di aprire la porta a forme di lavoro che lasciano liberi i datori di lavoro di assumere, a danno, però, della stabilità e sicurezza del lavoro.
Siamo in presenza di un Governo che “semplifica” il mercato del lavoro a tutto vantaggio dei datori di lavoro.
Lo abbiamo visto con l’estensione della protezione sociale e la riduzione della tassazione per gli autonomi e liberi professionisti, ed oggi, con il Decreto Lavoro.
Lo riscontriamo nella ulteriore apertura ai voucher e nell’ennesima modifica sul contratto a tempo determinato che rende, di fatto, libero il datore di lavoro di assumere fino a 24 mesi senza causali.
Il Decreto interviene utilmente raccogliendo le proposte avanzate da CGIL CISL e UIL in questi mesi, tagliando il cuneo fiscale fino al 31 dicembre 2023. La UIL insieme a CISL e CGIL chiedono di far diventare strutturale questo taglio.
Insomma, quello che si intravede all’orizzonte, è un aumento del lavoro precario e povero.
Possiamo solo ravvisare in questo approccio, una certa discrasia rispetto a quanto la Ministra aveva prospettato nella sua relazione programmatica con l’apertura di tavoli tematici e la volontà di “favorire il dialogo sociale sui temi di grande impatto sociale” dove riteniamo rientri a pieno titolo una riflessione e proposta su come combattere il lavoro povero, insicuro e precario e su come costruire un nuovo welfare.
Crediamo che non faccia bene al nostro mercato del lavoro, al nostro sistema produttivo e occupazionale, né ai tantissimi disoccupati, ai 3 milioni di Neet, alle tante donne con difficoltà nell’inclusione, alla popolazione giovanile con contratti stop&go o con tirocini fittizi, a tutte le persone scoraggiate, continuare a proporre interventi attraverso decreti-legge e senza un confronto preventivo con le parti sociali.