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ADOC. L’inflazione erode i risparmi delle famiglie, serve un’azione decisa del Governo

I dati Istat sull’inflazione riflettono piccole luci, dovute essenzialmente alla riduzione del prezzo dell’energia, ma anche ombre ancora fitte per l’impennata dei prezzi dei carburanti e la preoccupazione per i drammatici eventi che stanno colpendo pesantemente il Mar Rosso, minacciando il trasporto di merci e materie prime. È il commento di Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale, ai dati sui prezzi al consumo che, a gennaio, salgono dello 0,8% su base annua. Per calmierare i prezzi è urgente agire con responsabilità, non limitandosi all’inutile propaganda. Inoltre – continua Rea – è evidente la necessità di affrontare anche la crescente sfida che riguarda i prodotti alimentari, evidenziata dalla battaglia degli agricoltori di questi giorni.

 

Chiediamo al Governo un’azione decisa e reiteriamo l’appello al Presidente del CNCU e al Garante dei prezzi affinché convochino urgentemente una riunione ad hoc. È indispensabile – spiega la Presidente di Adoc – che intervengano tutti i soggetti coinvolti, compresi i consumatori, assumendo un ruolo da protagonista e attivo nel monitorare e regolare la catena dei prezzi per contrastare le speculazioni.

 

Inoltre, l’inflazione rappresenta la principale causa della riduzione dei risparmi delle famiglie, erosa non solo dall’aumento dei tassi di interesse, ma anche dall’accresciuta povertà e dalla perdita di potere d’acquisto delle persone. È preoccupante notare – conclude la Presidente Adoc, Anna Rea – come le banche continuino a registrare extraprofitti, mentre le famiglie subiscono pesantemente le conseguenze di questa situazione.

 

Istat: i prezzi continuano ad aumentare

 

A gennaio 2024 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua (confermando la stima preliminare), da +0,6% nel mese precedente.

 

L’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%); per contro, il maggiore contributo al contenimento dell’inflazione si deve al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,8%) e dei Beni durevoli (da +1,5% a +0,7%).

 

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta (da +3,1% a +2,7%) come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +3,4% a +3,0%).

 

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -1,5% a -0,7%), mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,6 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre).

 

Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,3% a +5,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,4% a +3,5%).

 

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,3%), dei Beni alimentari non lavorati (+1,0%), dei Beni alimentari lavorati e degli Energetici regolamentati (+0,9% entrambi) e dei Beni non durevoli (+0,5%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei Beni semidurevoli (-0,1%).

 

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,4% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.

 

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,1% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e aumenta di 0,9% su base annua, in accelerazione da +0,5% di dicembre (confermata la stima preliminare).

 

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento di 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua.

 

TESTO INTEGRALE E NOTA METODOLOGICA

 

Il commento

 

A gennaio l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, mentre il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare (+5,1%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,7% (da +3,1% del mese precedente).

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