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A San Casciano dei Bagni scoperte 24 statue in bronzo di epoca romana

Il 7 novembre scorso il nuovo Ministro Gennaro Sangiuliano, accompagnato dai direttori generali Massimo Osanna e Luigi La Rocca, si è recato personalmente presso il laboratorio di restauro di Grosseto della Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, per poter visionare l’importante rinvenimento avvenuto nell’ambito della sesta campagna condotta al Santuario Ritrovato del Bagno Grande, in località San Casciano ai Bagni (SI).

Ad accoglierlo il Soprintendente Gabriele Nannetti e il sindaco di S. Casciano dei Bagni Agnese Carletti, la dottoressa Ada Salvi funzionario responsabile territoriale, il direttore di scavo Emanuele Mariotti e il coordinatore scientifico dello scavo, il prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri, che coordina un nutrito gruppo di oltre 60 studiosi, esperti e studenti da ogni parte del mondo.

Il team – composto da ricercatori dell’Università per Stranieri di Siena e dal Comune di San Casciano – ha avuto il merito di rinvenire oltre venti statue bronzee integre o mutile, finora preservate nei secoli dagli strati di terreno.

L’eccezionalità della scoperta riguarda molteplici aspetti. Intanto l’elevato grado di conservazione dei reperti, che raffigurano prevalentemente divinità venerate in quel luogo sacro e ritratti di devoti, a contatto con le acque della sorgente locale, che ne avrebbe potuto pregiudicare l’integrità. L’altra considerazione da fare è che tali manufatti recano iscrizioni sia in etrusco che in latino e si riferiscono proprio ai donatori che commissionarono le opere, a testimonianza di un contesto in cui – a differenza di quanto accadeva nella Toscana o a Roma – la sacralità del luogo determinava la pace sociale e l’assenza di conflitti. Siamo in un contesto temporale che si attesta fra II e I secolo a. C.

Eccezionale lo stato conservativo dei reperti (alcune statue sono alte un metro). Gli aspetti legati alla conservazione sono stati seguiti, fin dal momento del recupero, dalla dottoressa Simona Pozzi in forza alla Soprintendenza ABAP competente e dall’ISCR di Roma (Wilma Basilissi). L’elevata fattura dei bronzetti, in attesa di una più ampia campagna di restauri, costituisce un altro motivo di soddisfazione per gli studiosi, perché fornisce una messe di informazioni sul contesto e sulla cultura di chi frequentava il Bagno Grande.

Le statue sono state ritrovate sul fondo di una vasca. Originariamente erano collocate verticalmente sul bordo esterno dell’ambiente, perché fossero viste. Nel corso del tempo, con il progressivo abbandono del luogo sacro, avvenuta definitivamente nel V secolo d. C., l’ornamentazione è stata protetta con l’apposizione di tegole e, a suggello, le colonne del portico sacro. Che fosse un rituale religioso con finalità protettive si desume anche dall’ingente quantitativo di monete (quasi 6000, in argento, bronzo e oro, sempre gettate da donatori) rinvenute assieme alle statue.

Ad oggi il cantiere di scavo ha restituito il più grande deposito di statue bronzee dell’Italia antica. L’eccezionalità della scoperta si configura come momento d’avvio di una campagna internazionale di ricerche che saranno condotte da una squadra internazionale coordinata dal prof. Jacopo Tabolli e che, oltre a restituire novità sul passaggio artistico e culturale dall’epoca etrusca a quella romana, avrà ripercussioni positive sull’attrattività del territorio, di per sé già noto per il patrimonio tutelato e visitabile. Di poco precedente alla formalizzazione della scoperta. Il Ministero della Cultura ha autorizzato l’acquisto di un palazzo cinquecentesco a San Casciano, da destinare a sede museale. In cui, dopo quanto ritrovato, faranno bella mostra di sé i bronzetti del Bagno Grande, per la soddisfazione del grande pubblico.

Ufficio Comunicazione UILPA

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