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8 marzo. Breve cronaca dell’emancipazione femminile

Prima giornata nazionale donne USA 1909

Prima giornata nazionale donne USA 1909

 

 

Nel 1909 il Partito Socialista degli Stati Uniti celebrò il primo National Woman’s Day in onore dello sciopero degli operai e delle operaie delle industrie tessili a New York il 23 febbraio 1908. Poi nel 1909, durante il congresso indetto a Copenaghen, l’Internazionale socialista stabilì di celebrare la giornata della donna, per onorare il movimento per i diritti delle donne e la lotta per il suffragio universale. Una manifestazione guidata dalla rivoluzionaria e femminista russa Alexandra Kollontai, che prese il via l’8 marzo 1917 a San Pietroburgo. Proprio per questo evento la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste del 1921 a Mosca fissò l’8 marzo come Giornata internazionale dell’operaia.  La femminista Kollontai è solo una delle tante donne che sono riuscite a ribaltare la concezione patriarcale che le opprimeva nel ruolo dell’angelo del focolare.

 

 

Marcia donne Pietrogrado 1917

 

Mentre nel mondo anglosassone, nei primi anni del ‘900, le battaglie per rivendicare i diritti delle donne si radicavano sempre più nella società, in Italia le conquiste delle prime tutele nel lavoro, erano opera personaggi come Ersilia Majno Bronzini, una delle più attive protagoniste del movimento emancipazionista, anima dell’Unione femminile; Anna Kuliscioff, che nel 1902 promosse con il Partito socialista la legge 242 a tutela del lavoro dei bambini e delle donne; Anna Maria Mozzoni e Maria Montessori, che nel 1906 furono le prime firmatarie di una mozione per il suffragio femminile.

 

A seguito dei due conflitti mondiali, le donne si appropriano di una nuova identità, iniziando una vera e propria rivoluzione civile che porterà al suffragio universale, alla rivendicazione di nuovi diritti e nuovi spazi nella vita sociale e politica del Paese. Il 2 giugno 1946 migliaia di donne si recarono a votare in massa, tracciando un nuovo corso nella storia dei diritti di genere.

 

Voto donne 1946

 

Dopo il secondo conflitto mondiale la mimosa diviene il fiore simbolo dell’8marzo.  Un fiore che esprime la forza, la luminosità e l’energia di ogni singola donna che ha dovuto combattere per l’uguaglianza. Un fiore povero che venne scelto dopo dalla partigiana Rita Montagnana e dalla militante Teresa Mattei, perché poco costoso, facile da trovare nelle campagne e perché era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette.

 

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta i temi principali furono l’emancipazione e l’eguaglianza sia nella vita politica che privata. È del 1950 infatti la legge che vieta il licenziamento delle donne-madri durante il primo anno di vita del bambino e introduce il trattamento economico dopo il parto. Nel 1956 arrivò la legge sulla parità retributiva tra uomo e donna. Negli anni Sessanta si pensò alla questione femminile con uno sguardo più ampio, che rielaborava il ruolo complessivo della donna in una società che formalmente riconosceva l’eguaglianza ma di fatto era ancora patriarcale.

 

Nel 1963 la donna si inserisce anche nell’amministrazione pubblica.

 

Il deciso cambio di rotta in tema di emancipazione femminile arriverà però solo con il 1968, che rimetterà in discussione definitivamente i ruoli, i diritti e i doveri tra uomini e donne.

 

Manifestazione femminista anni ’70

 

Negli anni della contestazione nacque infatti la seconda generazione del femminismo: le donne puntarono a riprendere il dominio del proprio corpo liberandosi dal ruolo di sposa e madre.

 

I movimenti femministi furono in prima linea anche nella difesa della legge sul divorzio del 1970 che venne sottoposta a referendum nel 1974 senza successo.

 

Jane Fonda, 8 marzo 1975

 

Il 19 maggio 1975 venne introdotta la riforma del diritto di famiglia, parificando i ruoli familiari tra uomo e donna e liberando finalmente la figura femminile da vincoli a dir poco anacronistici di subordinazione al marito (dote e potestà maritale).

 

Con la depenalizzazione dell’adulterio nel 1969, l’introduzione del divorzio nel 1970, la riforma del diritto di famiglia nel 1975 cambiarono anche i rapporti tra genitori e figli, la potestà diventò finalmente parentale, cioè con una piena parità tra padre e madre.

 

Nel 1975 l’Onu dedico l’anno alle donne e in Messico fu organizzata la prima conferenza mondiale dedicata alla questione femminile.

 

Conferenza mondiale Messico ’75

 

Nel 1977 l’Italia arrivò al riconoscimento giuridico della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro con la legge 903.

 

E poco dopo i movimenti femminili italiani si batterono per la regolamentazione dell’aborto, a cui arrivarono con la legge 194 del 1978.

 

Nel 1977, l’Onu, con la risoluzione 32/142, stabilì l‘8 marzo come “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”. Da allora in ogni Paese questa data è l’occasione per ricordare tutte le battaglie combattute, vinte o ancora da vincere per la difesa e la valorizzazione del ruolo sociale della donna.

 

Manifestazioni femministe contro la legge sull’aborto

 

Il 1979 è l’anno della definitiva affermazione della parità fra i sessi con grazie alla Convenzione internazionale per l’abolizione delle discriminazioni contro le donne.

 

In anni più recenti il tema della violenza sulle donne e la complessa questione della maternità surrogata hanno risvegliato la questione femminile dal torpore degli anni Ottanta e Novanta.