COMUNICATO STAMPA FP-CGIL, CISL-FP, UIL-PA, FIALP-CISAL: “Nessuna garanzia su occupazione e salari. Il 31 marzo presidi regionali e il 4 aprile manifestazione nazionale”.
“E’ il primo caso Electrolux del pubblico impiego”. Così le federazioni di categoria di Cgil Cisl Uil e Cisal stigmatizzano le “proposte irricevibili” che si sono visti mettere di fronte dai vertici della Croce rossa italiana, ente pubblico sottoposto alla riforma che lo trasformerà in associazione di diritto privato: “nessuna garanzia sui livelli occupazionali, minaccia di una riduzione dei salari, già bassi, e una assoluta precarietà dei contratti a termine”.
Una chiusura netta da parte della Cri che ha portato Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Cisal-Fialp all’interruzione immediata delle trattative e a indire un crescendo di mobilitazioni: il 31 marzo con presidi regionali davanti alle sedi Cri e iniziative di sensibilizzazione verso gli assessori alla Salute delle Regioni e il 4 aprile con una manifestazione nazionale. “La Croce rossa ha fatto carta straccia degli impegni presi e formalizzati nel protocollo d’intesa del 27 febbraio scorso. E ora vuole scaricare il peso di decenni di cattiva gestione sulle spalle dei lavoratori. Per questo chiameremo in campo anche i ministri vigilanti, Funzione pubblica e Salute, e la Conferenza delle Regioni”.
L’accordo era quello di gestire il passaggio contrattuale dei lavoratori, dal pubblico al privato, in modo che tutti vedessero salvaguardati diritti e retribuzioni. Poi, all’incontro di ieri, la doccia fredda: “Applicazione immediata del contratto Anpas, norme di raccordo risibili, nessuna tutela dei contratti a tempo determinato. Il tutto senza alcun intervento né sulla spesa improduttiva delle strutture, né sul miglioramento dei servizi. Con il rischio di una paralisi totale”. “E’ inaccettabile” rincarano i sindacati che stanno già attivando le azioni legali e le procedure per uno sciopero nazionale, “Scenderemo in piazza con tutti gli operatori della Croce rossa e ci mobiliteremo finchè non saranno riconosciute le legittime aspettative dei lavoratori: salvaguardia dei posti di lavoro, tutela retributiva, riorganizzazione dei servizi di emergenza e soccorso su tutto il territorio nazionale”.
Roma, 25 marzo 2014