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24.06.2013 – MIBAC: Il Ministero che vorrei

In occasione del Convegno “MIBAC: IL MINISTERO CHE VORREI”, svoltosi a Roma il 21 giugno u.s., Enzo Feliciani, Coordinatore Nazionale UILPA – Ministero Beni e Attività Culturali, ha illustrato i punti salienti del documento che verrà sottoposto nei prossimi giorni al Ministro Bray e agli altri rappresentanti del Governo.

Feliciani ha elaborato un’analisi puntuale circa l’incidenza dei tagli operati sulle risorse destinate al funzionamento del Dicastero, che in molti casi raggiungono punte percentuali comprese tra il 50 e il 58 per cento dal 2008 ad oggi, con evidenti, gravi, ripercussioni sullo svolgimento delle attività istituzionali. Sul punto, il Coordinatore Nazionale della UILPA, ha sottolineato la “specificità” del Ministero preposto alla tutela e alla salvaguardia della cultura e delle arti: “si tratta di un Ministero tecnico per definizione, cui non sono demandate funzioni meramente amministrative. Le strutture del MIBAC sono deputate alla cura e all’accessibilità dell’immenso patrimonio culturale e paesaggistico che rendono il nostro Paese unico al mondo, richiamando ogni anno centinaia di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del pianeta. La fruibilità di tali beni non può essere messa a repentaglio dalla miope logica dei tagli lineari e dalla riduzione del personale che caratterizza la concezione meramente italiana di “spending review”.”

“E’ necessario”, ha aggiunto Feliciani, “che il Ministro ottenga una deroga da parte del Governo, una deroga per i tagli alle spese di funzionamento, soprattutto nel campo dei restauri, nonché per le previste riduzioni di organico”, mettendo nel contempo in risalto l’annoso problema della stabilizzazione dei precari, che garantiscono la funzionalità di molti settori strategici, nonché quello delle “complicazioni” burocratiche delle missioni del personale specializzato, per le quali, in virtù dei luoghi remoti da raggiungere e delle finalità perseguite, è ormai improcrastinabile l’individuazione di una specifica normativa di settore.

“Per il reperimento delle risorse necessarie”, ha suggerito il Sindacalista, “potrebbe ipotizzarsi il contributo di 1 euro a persona, laddove lo Stato garantisce l’ingresso gratuito nonché l’utilizzo di quota parte dell’imposta di soggiorno”.

Il dr. Ferruccio Ferruzzi, già dirigente presso la Direzione Generale Archivi, ha condiviso la necessità di una deroga alle norme della “spending review” sottolineando, altresì, l’importanza di una riorganizzazione strutturale del Dicastero, ad iniziare da una revisione dei compiti concentrati nelle Direzioni Regionali, secondo una logica improntata al principio della sussidiarietà che, oltre a consentire un notevole snellimento procedurale, favorirebbe un maggiore impulso all’attività delle Soprintendenze, sulle cui problematiche si è soffermato ampiamente il Dr. Agostino Bureca, soprintendente B.A.P.S.A.E. di Arezzo.

Il Direttore del Biblioteca Vallicelliana, dr. Guglielmo Bartoletti, ha evidenziato come le scelte della “spending review” non abbiano assolutamente favorito il settore delle Biblioteche, alle quali, a fronte della riduzione di spazi, risorse e persone, sono stati affidati adempimenti sempre più numerosi. Peraltro, non è di poco conto l’inagibilità di alcune importanti Biblioteche (quali ad. es. Pisa e Parma), con enorme danno culturale per il Paese. 

Tutti i relatori intervenuti hanno manifestato seria preoccupazione per l’attuale situazione del Ministero. Dirigenti e alte professionalità del Dicastero hanno confermato le preoccupazioni espresse dalla UILPA: è necessario che il Governo conceda una DEROGA alla vigente normativa in materia di revisione della spesa pubblica. Solo attraverso tale strumento il Dicastero della cultura e delle arti potrà recuperare il suo ruolo istituzionale e tornare ad esercitare la sua funzione di volano per il turismo e l’economia nazionale.

La buona volontà degli operatori che assicurano la fruizione dei servizi all’utenza, spesso in condizioni di estrema criticità (anche garantendo lunghi orari di apertura di siti, musei ed altri istituti di cultura) e che sfatano l’immagine del dipendente pubblico “fannullone” di brunettiana memoria, non è sufficiente. Occorrono le risorse, occorre il personale e, soprattutto, occorre rimuovere quei puntelli che limitano la salvaguardia del patrimonio culturale del paese e quella dei lavoratori preposti a tali nobili compiti.

 

Questo il contenuto del comunicato stampa odierno della UIL Pubblica Amministrazione.

 

 

 

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