In data odierna sono state inoltrate le note unitarie con le quali i Segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Benedetto Attili, hanno chiesto ufficialmente al Ministro della Giustizia On. Anna Maria Cancellieri ed ai Gruppi Parlamentari un urgente incontro. Le tre sigle sindacali ritengono indispensabile che tale incontro avvenga tempestivamente, prima che la riforma della geografia giudiziaria possa produrre effetti rovinosi non solo per i lavoratori della Giustizia ma anche per i cittadini e per le imprese. Occorre un confronto preliminare, vero e concreto, che consenta di esaminare prima le criticità del piano attuale e l’inizio di un progetto, insieme con i responsabili politici e amministrativi, per delineare un percorso certo in grado di portare miglioramenti duraturi nel funzionamento del sistema Giustizia e nella qualità della sua azione.
Per un vero rilancio dell’amministrazione giudiziaria è indispensabile un disegno organico che tenga insieme modernizzazione tecnica e procedurale, riorganizzazione logistica e valorizzazione delle professionalità del personale.
Fattore quest’ultimo che assume un ruolo assolutamente centrale per la qualità del servizio, ma che negli anni recenti è stato fortemente penalizzato, tra condizioni di lavoro spesso disagiate, problemi nella corresponsione regolare di somme e benefici dovuti, gravi scoperture di organico e relazioni sindacali con i vertici amministrativi del dicastero gravemente carenti.
Gli interventi a colpi di tagli lineari che hanno caratterizzato fin qui l’approccio alla “riforma” dei servizi pubblici, compresa la Giustizia, non hanno fatto che aggravare la situazione.
E’ senz’altro necessario revisionare la geografia giudiziaria, tuttavia le tre single sindacali ritengono che così come è stato fatto, in maniera frettolosa e senza tener conto di fattori fondamentali come orografia, infrastrutture e edilizia preesistente, porterà risparmi fittizi ed esigui, a fronte dei costi economici e sociali molto più grandi che ne deriveranno per le comunità territoriali che vedranno così, in molti casi, lo Stato allontanarsi da loro e dalla loro domanda di coesione e sviluppo nella legalità.
La grande mobilitazione dei lavoratori della Giustizia, che si incrocia con le tante mobilitazioni in atto in queste ore a difesa dei presidi di legalità, non è una difesa corporativa e tanto meno un’avversione di principio al cambiamento. E’ invece una chiara richiesta di governare il cambiamento in maniera responsabile e condivisa.
Vi terremo informati sull’esito di tale iniziativa.
In allegato pubblichiamo le lettere al Ministro ed ai Gruppi parlamentari. Con l’occasione segnaliamo l’intervista al Segretario Nazionale della UIL PA e responsabile nazionale del settore Giustizia, Nicola Turco, all’Agenzia giornalistica 9colonne. Di seguito il link:
http://www.9colonne.it/adon.pl?act=doc&doc=63142#.UjNAM8Z7LTo