Oggi, presso la Camera dei Deputati, abbiamo partecipato a un importante convegno dedicato a un tema per noi fondamentale: quello sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Alla presenza di politici e sindacalisti importanti, abbiamo ribadito ciò che diciamo da tempo: dobbiamo arrivare a Zero Morti Sul Lavoro.
Lo scrittore Maurizio di Giovanni ha detto “Siamo tutti d’accordo sull’importanza di fermare questa strage”.
No caro Maurizio, non lo siamo: qualcuno sostiene che non bisogna disturbare chi fa l’imprenditore, lo stesso Presidente del consiglio preferisce non disturbare a scapito della sicurezza sul lavoro.
Invece per noi viene prima la vita, sempre, non solo quando si parla dei consultori.
Abbiamo portato delle bare in tutte le piazze più importanti d’Italia, in rappresentanza dei morti sul lavoro, più di mille l’anno. Le persone si fermavano incredule, spiegavamo, cercavamo di sensibilizzare le coscienze, di fare in modo che aprissero gli occhi su questa strage civile.
Tra il 1983 e il 2018 sono state 6.681 le vittime della criminalità organizzata. I morti sul lavoro 55mila. Bastano questi numeri per capire che serve un intervento diverso: una procura speciale, il reato di omicidio sul lavoro. Se ogni giorno un mafioso uccidesse 3 persone lo Stato cosa farebbe?
Certo non ci sarebbero più di un milione e duecentomila fascicoli pendenti come per gli incidenti sul lavoro, perché quando i processi arrivano in secondo grado vengono messi dopo e vanno in prescrizione. Ecco perché serve una procura speciale e bisogna istituire il reato di omicidio sul lavoro.
Lavoriamo sulla prevenzione, sulla formazione, sui controlli, sulle pene e sul fatto che se non rispetti la vita umana, è omicidio e devi andare in galera.
Ogni anno 1000 famiglie affrontano queste tragedie e rimangono da sole, vengono abbandonate dallo stato.
Siamo pronti anche per loro a non fermare mai queste battaglie perché non siamo tutti d’accordo, ma dobbiamo esserlo.