L’anticipazione del rapporto della SVIMEZ mostra una fotografia del Mezzogiorno in chiaroscuro: da una parte, un Sud che aggancia la ripresa economica, anche grazie alle risorse dei Fondi Strutturali Europei 2014-2020; dall’altra, un Sud dove ancora i giovani laureati emigrano e siamo in presenza di un alto numero di lavoratrici e lavoratori con “stipendi poveri”.
Occorre una nuova strategia di politiche industriali per poter consolidare la debole ripresa, così come è necessario garantire, per il Mezzogiorno, una maggiore intensità degli interventi a sostegno della crescita.
Per fare ciò andrebbero rapidamente messi a terra i progetti del PNRR e la spesa dei Fondi Strutturali Europei 2014-2020, dal momento che, da qui a dicembre, se ne devono spendere ancora 16,7 miliardi di euro, per non restituirli all’Unione Europea.
Va decisamente contrastato il tema del lavoro povero e del divario retributivo che è la prima emergenza del Mezzogiorno, anche attraverso una nuova fiscalità di vantaggio produttiva, insieme a politiche di contrasto alla povertà ancorandole, anche a vere politiche attive ed inclusive.
Per il Mezzogiorno non bastano i proclami o le belle intenzioni: bisogna passare dalle parole ai fatti e concentrare le risorse su pochi obiettivi per invertire la parabola e riattivare l’ascensore sociale, per far sì che i giovani restino nelle loro terre.