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Vacanze sì,
ma non per tutti

Dai dati Openpolis del 23 luglio scorso emerge una situazione critica per molte famiglie italiane. Il 35,9% delle quali ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa nel 2022. Questa percentuale aumenta se si aggiunge la presenza di uno o due figli minori (30%) e arriva addirittura al 46% se il numero dei figli sale a tre. Ciò significa che ampie parti della popolazione, del Centro, delle Isole e del Sud Italia, non possono concedere ai propri figli esperienze di svago e formative, importanti per l’infanzia di qualsiasi bambino.

 

ll Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef ha infatti sottolineato: “I risultati pubblicati possono sembrare dati obiettivi, ma dietro ogni statistica sulla deprivazione c’è un genitore che deve rispondere se sia in grado o no di permettere a suo figlio di “partecipare a gite ed eventi scolastici”, o di “invitare a casa degli amici per giocare e mangiare insieme”. Ma come si può partire per una vacanza con un salario minimo o medio se oltre al caro vita aumentano anche i prezzi dell’industria  turistica?

 

Dal monitoraggio realizzato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori – risulta che quest’anno per una vacanza balneare di 4 persone, 2 adulti e due minori, di una settimana, si spendono in media 6.377,30 euro. Il 10% in più rispetto allo scorso anno. Circa 4 volte e mezzo un salario medio. Come sottolineano i dati Istat, nel 2023 le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale e la percentuale aumenta se la persona di riferimento è un lavoratore dipendente. Forse fare una vacanza è l’ultimo dei problemi di molte famiglie italiane.

 

Luca Colafrancesco, Ufficio comunicazione UILPA

 

Roma, 9 agosto 2024