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Fua Ministeri, quando la mobilitazione paga

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 303 del 31 dicembre 2015, dopo la registrazione alla Corte dei Conti, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 novembre 2015, con il quale una quota delle risorse del Fondo per le esigenze indifferibili di cui all’art. 1, comma 200, della legge n. 190/2014, pari ad euro 70.074.077, è stata destinata, per l’anno 2015, ad incremento della disponibilità dei Fondi unici di amministrazione per il personale delle aree dei Ministeri.

Si è concluso, quindi, l’iter formale del provvedimento con il quale si è provveduto alla iscrizione negli stati di previsione dei Ministeri delle somme che, in sede di legge di assestamento di bilancio 2015, erano state indebitamente sottratte dall’ammontare delle risorse destinate a retribuire la produttività dell’anno appena trascorso e che si riferiscono a diritti economici legittimamente maturati dai dipendenti.

Si tratta di un risultato importante, che ha consentito la restituzione del maltolto ai dipendenti dei Ministeri, già gravemente penalizzati dal protrarsi del blocco della contrattazione nazionale. Su questa partita sono stati fondamentali l’apporto e le importanti iniziative dei lavoratori, sostenute dalle categorie del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil, che hanno costretto il Governo a fare marcia indietro su una questione assolutamente priva di ogni logica, se non quella di provocare ulteriore pregiudizio non solo al salario degli operatori ma anche alla qualità dei servizi al cittadino.

Questo successo deve renderci ancora più consapevoli della nostra forza e della nostra determinazione. La mobilitazione dei lavoratori pubblici continua, con modalità ed iniziative che verranno coordinate nei prossimi giorni a livello nazionale/regionale, per rivendicare il diritto a un rinnovo del contratto che sia dignitoso e per chiedere di essere i protagonisti di una vera riforma della PA, che vada davvero incontro alle necessità dei cittadini.

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