L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale è un ente di recente costituzione, con sede principale in Roma e una piccola sede distaccata nella città di Ancona. È il frutto della riforma disposta dal Testo Unico Ambientale (d. lgs. n. 152/2006) ed attuata nel 2018, che ha visto l’accorpamento di 44 enti di rilievo regionale, interregionale e nazionale in sole 5 Autorità distrettuali che si occupano, nel territorio di competenza, di tutela e gestione della risorsa idrica e della pianificazione dell’assetto idrogeologico, gestione e mitigazione del rischio di alluvione e frana.
Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?
Le problematiche riscontrabili nell’Autorità sono sicuramente riconducibili alla recente costituzione che, per diverse ragioni, non ha ancora consentito all’ente di poter assumere un assetto a regime. In primis vorrei sottolineare la significativa carenza di personale: è attualmente in servizio poco meno del 50% della dotazione organica prevista con conseguente aggravio del carico di lavoro individuale. Poi, farei seguire, ma non per minor importanza, gli effetti negativi di un lungo periodo di mancata attuazione della riforma sopra citata, che non ha ancora consentito di dotare l’ente di un contratto collettivo decentrato integrativo, che definisca in maniera organica ed esaustiva tutti gli istituti rimessi a tale livello di contrattazione, considerato anche il passaggio dal comparto delle Funzioni Locali, ante riforma, a quello delle Funzioni Centrali.
Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?
La Uilpa, nell’ambito della RSU, si è sempre distinta per linearità nei propri comportamenti, che sono stati sicuramente collaborativi con l’amministrazione quando ne sono ricorsi i necessari presupposti, come il perseguimento della maggior efficacia dell’azione amministrativa nell’integrale rispetto delle prerogative che la contrattazione riserva ai lavoratori. La Uilpa ha anche decisamente rivendicato la tutela dei diritti dei lavoratori quando sono stati messi in discussione o non sufficientemente tutelati.
Come Uilpa confidiamo di continuare in tal senso, anche in relazione ai significativi, ma non ancora sufficienti, risultati ottenuti sino ad oggi che, proprio per tale motivo, vedono ancora una volta Uilpa fortemente attiva nell’azione sindacale. Anche attraverso il rinnovo dei propri rappresentanti interni, che auspichiamo possa produrre l’imminente appuntamento elettorale.
Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?
Parte della risposta è già contenuta in quanto appena detto, e cioè nel saper opportunamente dosare ed adattare la partecipazione sindacale al contesto. Una qualità che costituisce il fondamento per costruire un solido ed efficace sistema di relazioni sindacali, sempre improntato al massimo rispetto delle prerogative delle parti.
Un buon sistema di relazioni sindacali è senz’altro il presupposto sul quale fondare ogni specifica trattativa o rivendicazione di dettaglio, ed è il frutto dell’impegno costante e coerente della Uilpa e dei suoi rappresentanti attuali, nonché dei suoi candidati.
Credo che la Uilpa abbia sempre dimostrato di credere in quello che fa ed ha fatto, senza ombre né zone grigie, nella massima trasparenza soprattutto nei confronti di tutti i lavoratori che, sicuramente, possono trovare in ciò un motivo più che buono per preferire i nostri candidati.
Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?
Circoscrivendo le valutazioni all’ambito del pubblico impiego, ritengo che il ruolo del sindacato dovrebbe essere maggiormente incisivo, contribuendo ad evidenziare in maniera efficace e definitiva alcune “perversioni” insite nella politica gestionale delle pubbliche amministrazioni, dove molto spesso si ricorre a soluzioni apparentemente più funzionali per sopperire alla mancanza di personale, ma che, invece, si rivelano per lo più inadatte se non addirittura fallimentari.
Ritengo che tra le più significative prospettive da perseguire, con il ruolo attivo del sindacato, vi debba essere la preventiva formazione del personale, ponendolo nella miglior condizione di rispondere alle esigenze e necessità di una PA moderna ed altamente digitalizzata, e la giusta conseguente valorizzazione del personale su cui si è investito evitando, per quanto possibile, soluzioni tampone, inefficaci, o tali da creare forme di dipendenza non più superabili.
22 marzo 2022