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Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – 2022

La struttura della presente Relazione, in continuità con l’edizione del 2021, trova riscontro negli obiettivi posti dalla legge 196/2009 e tiene conto delle novità introdotte con la legge di bilancio per il 2021 e con il PNRR.

In particolare, nei capitoli II e III sono riportati, rispettivamente, i dati relativi all’economia sommersa e le stime del tax gap – fiscale e contributivo- aggiornati al 2019. Il capitolo III contiene anche la conseguente quantificazione delle maggiori risorse derivanti dal miglioramento dell’adempimento spontaneo. Il capitolo IV è dedicato ad illustrare i risultati conseguiti nell’azione di contrasto dell’evasione fiscale e contributiva nell’anno 2021. Infine, il capitolo V, in primo luogo, fornisce alcuni elementi utili alla valutazione di policy introdotte anche con l’obiettivo di ridurre l’evasione, e in secondo luogo, prospetta alcune possibili linee di intervento coerenti con gli obiettivi futuri che il PNRR prevede in tema di riduzione dell’evasione.

Sulla base dei Conti nazionali pubblicati dall’Istat a marzo del 2022, nel capitolo II si documenta come il valore aggiunto generato dal sommerso economico, che già nel 2018 aveva segnato una contrazione del 3,1%, mostri nel 2019 un’ulteriore flessione del 2,7% attestandosi a 183,9 miliardi di euro. Conseguentemente, l’incidenza sul Pil del sommerso economico scende al 10,2% rispetto al 10,7% dell’anno precedente. Anche il tasso di irregolarità del lavoro, calcolato come incidenza percentuale delle unità di lavoro a tempo pieno non regolari sul totale, scende, nel 2019, al 14,9% rispetto al 15,1% dell’anno precedente.

Come noto le stime del sommerso economico, che è una delle componenti dell’economia non osservata, non consentono di quantificare direttamente le entrate complessivamente sottratte alla finanza pubblica dall’evasione fiscale e contributiva. Per questa ragione come indicatore dell’evasione viene utilizzato il tax gap, che si pone l’obiettivo di misurare l’impatto del mancato adempimento degli obblighi di dichiarazione e versamento delle principali imposte e dei contributi.

All’analisi del tax gap, effettuata dall’Agenzia delle entrate, dal Dipartimento delle finanze e dall’Istat, è dedicato il paragrafo III.1, mentre la metodologia è descritta nella prima parte dell’Appendice.

Malgrado la natura del tax gap e del sommerso economico sia diversa, è interessante rilevare che l’andamento di queste due variabili, nel medio periodo, è piuttosto simile.

Nell’arco del periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il tax gap si è ridotto in termini assoluti di circa 6,9 miliardi di euro e la propensione al gap, pari al rapporto tra il tax gap e il gettito potenziale per la parte dovuta al mancato pagamento delle  imposte, si è ridotta di circa 2,7 punti percentuali.

In particolare il tax gap complessivo del 2019, anche dopo le revisioni intervenute nelle serie storiche, si riduce in valore assoluto di circa 3,7 miliardi di euro tra il 2018 e il 2019. Si conferma, pertanto, quanto anticipato nell’Aggiornamento alla Relazione 2021, ovvero la diminuzione del tax gap complessivo, fiscale e contributivo, per la prima volta sotto la soglia dei 100 miliardi di euro. Più precisamente, il tax gap complessivo risulta, nel 2019, pari a circa 99,2 miliardi, di cui 86,5 miliardi di euro di mancate entrate tributarie e 12,7 miliardi di euro di mancate entrate contributive. Inoltre, la riduzione della propensione al gap tra il 2018 e il 2019, pari ad un ulteriore punto percentuale, conferma l’andamento decrescente che si era già riscontrato nel 2018 rispetto al 2017. Questi dati, esito di andamenti diversificati dei singoli gap, sono illustrati nelle
sottostanti Tabelle I.1 e I.2 e sono oggetto di ulteriori approfondimenti nel Paragrafo III.1.

 

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» Commissione per la redazione della Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva

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