Il tempo è galantuomo e dopo ben 11 anni i lavoratori dell’UNEP (Ufficio Notificazioni Esecuzioni Protesti) di Reggio Calabria hanno avuto giustizia. La Corte d’Appello ha infatti ritenuto colpevole una dirigente dell’Ufficio denunciata nel 2013 dalla Uilpa per comportamenti arbitrari nei confronti del personale. Ricostruiamo questa vicenda con Patrizia Foti, Segretaria generale territoriale UILPA Reggio Calabria e Segretaria Nazionale UILPA Giustizia.
Cosa ha scatenato questa lunga vicenda giudiziaria?
Il fatto che non fossero rispettate le norme previste per la giusta distribuzione degli emolumenti spettanti ai funzionari e agli ufficiali giudiziari. In prima istanza facemmo diverse segnalazioni al Presidente della Corte di Appello, sottoscritte dalla maggioranza dei dipendenti dell’ufficio UNEP iscritti alla UILPA. Poiché non ottenemmo alcun riscontro, il 7 novembre 2013 siamo stati costretti a inoltrare un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
Perché la Corte d’Appello non rispose alle vostre segnalazioni visto che esercita il controllo sull’UNEP?
Perché nel caso di cui stiamo parlando la dirigente responsabile dell’UNEP era applicata alla segreteria distrettuale della Corte d’Appello, svolgendo in tal modo le funzioni di controllore e controllato.
Cosa è accaduto dopo che la UILPA di Reggio Calabria ha presentato l’esposto?
Il comportamento della dirigente si è fatto più aspro e vessatorio. Infatti, sono stati attivati undici procedimenti disciplinari nei confronti di altrettanti dipendenti iscritti alla UILPA. Con la nostra assistenza tutti gli undici provvedimenti sono stati archiviati.
Come si è conclusa questa vicenda?
Dopo undici anni, possiamo dire che l’incubo è finito con una bella vittoria della UILPA e dei dipendenti dell’UNEP. A proposito dei quali, debbo aggiungere che hanno dimostrato una maturità e un sangue freddo notevoli. Dopo l’esposto la dirigente è rimasta in carica per altri nove anni. E resistere tutto quel tempo in una situazione di tensione permanente è davvero difficile. Credo di poter dire che sono stati un esempio per tutti i lavoratori che si trovano o si troveranno in situazioni similari. Ora la sentenza ha interdetto la dirigente dai pubblici uffici in modo perpetuo e incapace in perpetuo di contrattare con la Pubblica Amministrazione, salvo per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio. Inoltre, ha anche ricevuto una condanna di primo grado a due anni e 8 mesi e una multa di 8 mila euro, a cui si sono aggiunti altri 2 mila euro in secondo grado. Questo è l’esito di un iter giudiziario iniziato nel 2013 che soddisfa, nonostante i momenti bui e difficili, il bisogno di giustizia dei dipendenti. Un processo che mostra come il sindacato sia costantemente vicino ai lavoratori, anche quando si tratta di cause lunghissime.
Cosa insegna questa vittoria della Uilpa?
Insegna che i lavoratori non devono sottostare a comportamenti persecutori della parte datoriale, ma devono reagire senza mai abbassare la testa pretendendo il rispetto dei diritti e della dignità. In questo caso, anche grazie all’iniziativa e al sostegno della UILPA, si è ottenuto giustizia. Ma è necessario ricordare due cose molto importanti. La prima, nonostante un clima pesantissimo all’interno degli uffici i dipendenti hanno sempre svolto adeguatamente il loro lavoro. La seconda, i lavoratori si sono fidati del sindacato, hanno resistito con la massima compostezza alle avversità e hanno continuato a erogare nel migliore dei modi i servizi dovuti agli utenti e all’autorità’ giudiziaria. Si tratta di una vittoria che credo faccia scuola nella gestione dei conflitti sul lavoro.
A cura dell’Ufficio comunicazione UILPA
Roma, 19 febbraio 2024