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Rapporto Svimez 2023: il Sud cola a picco

È stato presentato il rapporto Svimez 2023

La Svimez, Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha presentato Rapporto sull’economia e la società del Mezzogiorno, giunto al 50° anno di pubblicazione, per illustrare gli andamenti e le trasformazioni economiche, sociali e demografiche in atto nel Mezzogiorno, e per avanzare le proprie proposte per il rilancio del Sud e del Paese.

 

Comunicato stampa

 

VIDEO | La presentazione

 

Tutti i materiali

 

Indice del Rapporto 2023

 

PARTE PRIMA: EUROPA, ITALIA E MEZZOGIORNO

 

PARTE SECONDA: SOCIETÀ E CITTADINANZA

 

PARTE TERZA: LE POLITICHE PUBBLICHE: LE SCELTE PER RAFFORZARE EQUITÀ E CRESCITA

 

PARTE QUARTA: ACCOMPAGNARE LE TRANSIZIONI CONIUGANDO COESIONE E SVILUPPO

 

Di seguito una dichiarazione di Santo Biondo, Segretario confederale UIL

 

Negli ultimi cinquanta anni, il Mezzogiorno non è riuscito a colmare i divari, economici e sociali, che lo allontanano dal resto del Paese. È questa la fotografia scattata dalla Svimez.

 

Qualcosa non va. Le politiche del governo non hanno funzionato sino ad oggi e, guardando alle scelte della premier Giorgia Meloni, continueranno a non funzionare. C’è un piccolo segnale di crescita, ma non c’è coesione sociale. E il progetto inaccettabile di autonomia differenziata potrebbe allargare ancora di più il fossato che separa le due parti del Paese.

 

Il paradosso più amaro che emerge dall’analisi della Svimez è quella di un lavoro che porta povertà. Al Sud, ormai, lavorare non basta più per poter vivere. Questa emergenza può mettere a rischio la tenuta democratica del Paese. Per questo riteniamo necessaria la modifica della Legge di bilancio da cui il Mezzogiorno è completamente sparito.

 

La stessa rimodulazione del Pnrr potrebbe mettere a repentaglio tanti progetti determinanti per la ripartenza del Sud. È necessaria un’accelerazione per non arrivare impreparati alla scadenza del 2026, ma se non si supportano le amministrazioni pubbliche, con l’avvio di un nuovo piano occupazione, la sfida non si potrà vincere. Non possono bastare 2000 assunzioni.

 

Non basta solo crescere, bisogna crescere bene. Per questo è determinante avviare una politica industriale che sia capace di governare i cambiamenti climatici e le transizioni energetiche, potenziando anche la crescita di una piattaforma del Mediterraneo che faccia del confronto con i Paesi del Nord Africa il punto qualificante di una nuova politica di sviluppo del Sud Italia.