Il ministro Calderone ha convocato i sindacati per due nuovi tavoli il prossimo 22 e 26 giugno 2023. Abbiamo chiesto a Domenico Proietti ( Segretario Confederale della UIL) cosa ci si aspetta in merito al nuovo incontro e quali saranno i punti primari su cui i sindacati punteranno. Ecco di seguito le sue parole in esclusiva per Pensioni per tutti.
La UIL evidenzia con grande amarezza i 6 mesi di ritardo con cui, colpevolmente, il Governo ha deciso di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali su un tema fondamentale come quello pensionistico, quando l’urgenza di arrivare ad una riforma che consenta il superamento della legge Fornero necessita di tempi ben più brevi.
In particolare, il tavolo aperto oggi sui temi previdenziali deve rappresentare un’importante opportunità per riformare una materia, quella pensionistica, che necessita di una seria ristrutturazione ormai da diversi anni. Ci preme, come UIL, sottolineare la necessità di stringere i tempi per definire una riforma della legge Fornero che sia seria, strutturata e che risponda alle reali esigenze dei lavoratori e dei pensionati.
La UIL chiede che sia introdotta una flessibilità diffusa di accesso alla pensione intorno ai 62 anni, che riallinei l’uscita dal mondo del lavoro in Italia alla media europea, ma che sia, questa volta, strutturale e non temporanea e rivolta a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, senza fare discriminazioni.
Le richieste dei sindacati: uscita a 62 anni e ripristino opzione donna
Un altro tema su cui la UIL continua la propria lotta, e continuerà a farlo, è quello relativo alla situazione delle donne e, più in generale, alla disparità di genere che ancora è presente diffusamente nel nostro Paese. Le donne rappresentano un pilastro su cui si fonda il nostro sistema di welfare e, per questo, la UIL chiede che siano garantite condizioni lavorative e pensionistiche adeguate al fondamentale ruolo che esse svolgono, a cominciare dal ripristino della misura Opzione donna alle condizioni previgenti, riportando l’età di accesso a 58 anni e permettendone l’accesso senza attuare discriminazioni, dato che, ricordiamolo, la misura già prevede un sostanzioso taglio dell’assegno pensionistico, pari a circa il 30%.