Come pubblici dipendenti siamo lieti di apprendere da fonti giornalistiche che, con l’imminente entrata in vigore del “decreto P.A.”, il personale del comparto Istruzione avrà a disposizione un fondo di 220 milioni complessivi dal 2025 al 2029 per finanziare prestazioni e servizi sanitari. Sembrerebbe che grazie a queste risorse i lavoratori del comparto potranno beneficiare di un controvalore “fino a 3.000 euro” in prestazioni sanitarie integrative.
Sorvoliamo sul solito vizio di utilizzare la classica terminologia commerciale del “fino a…”, che una volta era riservato ai saldi di fine stagione. Anche se il controvalore reale fosse solo 1.000 euro, resta comunque un’ottima notizia rispetto al nulla attuale.
Però non possiamo fare a meno di notare come quando si vuole e quando lo si ritiene politicamente vantaggioso, i finanziamenti per migliorare le condizioni dei dipendenti pubblici appaiono magicamente. Quando invece sono le organizzazioni sindacali a chiedere risorse aggiuntive per integrare aumenti contrattuali che non coprono neanche un terzo del potere d’acquisto delle retribuzioni, la risposta è sempre la stessa: “non ci sono soldi”. Ma i suoi colleghi di governo li trovano. Perché lui no? Forse perché ha scarse possibilità di manovra?
Se ci sbagliamo il ministro Zangrillo metta a disposizione un fondo per finanziare prestazioni e servizi sanitari destinati ai dipendenti delle Funzioni Centrali. Ovviamente non sappiamo se il ministro accetterà la nostra proposta. Di certo sappiamo che con le attuali buste-paga una gran quantità di lavoratori pubblici non arriva a fine mese. Se il ministro è conscio di questo problema noi siamo pronti a discuterne e a trovare insieme le opportune soluzioni.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 6 marzo 2025