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Presentato il Rapporto Svimez 2021. Veronese (UIL): «Conferma le difficoltà del sud. Servono più risorse»

È stato presentato il Rapporto Svimez 2021, dal titolo “L’economia e la società del Mezzogiorno”. Il rapporto analizza le ricadute economiche e sociali della pandemia nella nuova geografia dei divari territoriali europei e italiani e offre una prima valutazione sulla partecipazione delle diverse aree del Paese alla ripartenza dell’economia nazionale. L’aggiornamento annuale di contabilità territoriale fornisce il «consuntivo» delle perdite asimmetriche sofferte da famiglie, lavoratori e imprese nell’anno della più profonda recessione dal secondo dopoguerra.

Il Rapporto in particolare evidenzia le debolezze strutturali del «Sistema Paese» amplificate dalla crisi da Covid-19 che soprattutto nel Mezzogiorno sviliscono le condizioni di vita delle famiglie e le opportunità di crescita delle imprese: le disuguaglianze generazionali e di genere; il digital divide; i diritti di cittadinanza limitati in sanità, istruzione e mobilità; le inefficienze del sistema giudiziario; la carenza di risorse umane e finanziarie nella Pubblica Amministrazione. I dati relativi alla seconda metà del 2021 evidenziano una significativa accelerazione della crescita nazionale, con un rimbalzo superiore alle aspettative di inizio anno. Ciò ha indotto la SVIMEZ a procedere ad un aggiornamento delle stime di previsione diffuse a luglio, al fine di verificare quale sia la partecipazione delle regioni meridionali alla ripresa.

Secondo la Segretaria confederale UIL, Ivana Veronese, «il rapporto della Svimez indica come il Mezzogiorno arranca per agganciare il treno della ripresa con il rischio concreto che i divari aumentino anziché diminuire. Per questo crediamo che vi sia bisogno di interventi straordinari per garantire crescita, occupazione e diritti di cittadinanza. A questo proposito le risorse del PNRR devono rappresentare un’opportunità e non l’ennesima occasione mancata. Da questo punto di vista, lo diciamo da tempo, il 40% dei fondi del PNRR sono insufficienti a colmare i divari. Servono investimenti per un piano di rigenerazione amministrativa che contenga assunzioni straordinarie e formazione del personale. Pertanto, servono più risorse, per garantire crescita, sviluppo, occupazione e inclusione.»

 

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