Un gruppo di operai lavora in uno scalo ferroviario nel sud dello Yorkshire a metà degli anni Novanta. È la fase delle privatizzazioni. Nulla è più come prima: ogni remota possibilità di accordo sindacale viene considerata un ostacolo allo sviluppo. La concorrenza impone un abbassamento dei costi e una messa a repentaglio di ogni tutela dei lavoratori. Gli addetti alla manutenzione delle ferrovie vengono messi gli uni contro gli altri, si richiede il massimo dei risultati con il minimo delle strutture messe a disposizione.
Narrato così sembra un articolo di analisi politica. È invece un film di Ken Loach, che sa come proporre autentici pamphlet narrando la quotidianità di persone che non contano più nulla. In nome del liberismo più sfrenato si sacrifica qualsiasi ideale di tutela sociale. Ancora un funerale a chiudere un film di Loach.
Ma se in Terra e libertà era l’occasione per un passaggio di testimone tra generazioni nella lotta e in My Name is Joe costituiva il riconoscimento collettivo dell’impossibilità di uscire da un vicolo cieco costruito da una società insensibile, qui assume la disillusa forza di chi non può più partecipare neppure a una testimonianza comune.
Perché è diventato complice innocente di delitti compiuti da mani ignote ma sempre più rapaci.
Informazioni:
Regia: Ken Loach
Cast: Joe Duttine, Tom Craig, Venn Tracey, Steve Huison
Titolo originale: The Navigators
Genere: Drammatico
Durata: 96 min.
Distribuzione: Bim Distribuzione