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P.A. Toscana. «I progetti del PNRR vanno avanti grazie all’abnegazione dei dipendenti». Intervista a Massimo Schembri

Massimo Schembri, Segretario regionale UILPA Toscana

Quali sono i problemi più rilevanti del lavoro pubblico nella sua regione?

 

Sono parecchi e derivano tutti dall’endemica carenza di personale. Un problema che resta irrisolto anche con i recenti concorsi. In Toscana il sottorganico sfiora il 50% e si ripercuote sulla maggioranza delle amministrazioni come, ad esempio, il Ministero della Cultura che, in una regione con città d’arte come Firenze, Siena, Lucca, Pisa e così via, può ben immaginare quanto sia importante. Abbiamo musei che aprono con pochissime unità. Ma mancano anche architetti, tecnici, storici dell’arte.

 

In che misura è rilevante il problema delle rinunce dei vincitori di concorsi pubblici che rinunciano al posto?

 

Sono tanti i giovani che dopo aver affrontato concorsi non semplici e, magari, dopo aver preso servizio, rinunciano al posto di lavoro ancor prima di aver terminato il periodo di prova. I motivi sono facilmente intuibili. Ad esempio, a Firenze la vita è carissima e con stipendi che spesso non arrivano a 1.500 euro al mese non si vive. Senza contare che molti posti sono a tempo determinato. La precarizzazione è uno specchietto per le allodole che la politica sfrutta per illudere il Paese che si possono fare tantissime nuove assunzioni. Il precariato è una forma lavorativa che la UILPA ha sempre respinto. Tuttavia, io non colpevolizzo i giovani perché nonostante mille difficoltà hanno spirito di sacrifico e voglia di mettersi in gioco. Ma il sacrificio non può arrivare fino all’annientamento. I giovani hanno bisogno di certezze lavorative ed economiche.

 

Gli uffici della P.A. del suo territorio hanno difficoltà a mettere a punto i progetti del PNRR?

 

Sì, per tre motivi: la carenza di personale, quindi delle professionalità necessarie; la precarizzazione che non permette di organizzare in modo stabile il lavoro su ogni singolo progetto; le risorse economiche insufficienti. Quindi, in linea teorica le scarse risorse umane e finanziarie non consentirebbero di realizzare le operazioni base del PNRR. Ma in pratica gli uffici e il personale presente, con professionalità e abnegazione, riescono a mettere in piedi i progetti, per quanto possibile.

 

Sia in termini di sedi che di strumentazione tecnologica le strutture degli uffici pubblici della sua regione sono soddisfacenti?

 

No. Non solo in termini di strutture informatiche e di rete, ma anche per sicurezza e salubrità dei nostri uffici. Mancano macchinari, manutenzione, impianti di condizionamento, strumenti di sicurezza come gli estintori e non solo. Sulla sicurezza la UIL si spende da oltre un anno con la campagna “Zero morti sul lavoro”. Però la politica non interviene e da gennaio ad aprile di quest’anno contiamo 264 morti bianche. È vergognoso. La sicurezza è un diritto.

 

Negli enti della sua regione dove si applica il CCNL Funzioni Centrali il sistema delle relazioni sindacali funziona in maniera soddisfacente?

 

Il sistema funziona perché lo facciamo funzionare. Ci impegniamo fino in fondo affinché le relazioni sindacali procedano su un livello, non dico paritario, ma almeno dignitoso. Come sindacato con gli ultimi CCNL abbiamo provato a riprendere materie che erano state sottratte alla contrattazione, ma il rapporto è sbilanciato a favore della controparte. L’obiettivo strategico a cui dovrebbe puntare il sindacato è quello di ampliare il ruolo della contrattazione nel CCNL, a cominciare dall’organizzazione del lavoro. È vero che ogni tanto sono i dirigenti stessi a chiedere il confronto col sindacato per giungere a soluzioni comuni. Ma il più delle volte le amministrazioni ci informano, ascoltano e poi continuano per la loro strada. Se dovessi definire in una parola il livello delle relazioni sindacali, direi che sono sufficienti, ma inferiori a quelle che noi vorremmo per valorizzare il ruolo del sindacato e difendere i diritti dei lavoratori.

 

Cosa si dovrebbe fare per aumentare la forza contrattuale del sindacato?

 

Ottenere maggiore riconoscimento del nostro ruolo. In questa direzione il sindacato sta facendo il possibile, ma il blocco contrattuale durato più di dieci anni ha accentuato lo squilibrio nei rapporti di forza tra amministrazioni e organizzazioni dei lavoratori. Dobbiamo insistere affinché nel prossimo contratto nazionale prosegua l’azione di recupero avviata con gli ultimi due contratti, anche se sappiamo benissimo che sarà una strada in salita.

 

Roma, 24 luglio 2023

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UIL Pubblica amministrazione