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Cgil Cisl e Uil a Madia: «Per capire le nostre proposte dovrebbe ascoltarle»

Dal Governo neanche il minimo sindacale: nessun contratto, nessuna stabilizzazione, nessuna vera riforma. Per questo i sindacati in Piazza del Popolo l’8 novembre.

Comunicato stampa congiunto Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Uilpa. “Prima o poi vorremmo sentire dalla Ministra Madia delle dichiarazioni attinenti alla realtà. Dopo tante conferenze stampa, slide e promesse, sarebbe ora di produrre almeno un risultato. La verità è che il governo non sa fare neanche il minimo sindacale: nessun contratto, nessuna stabilizzazione di precari, nessuna vera riforma”. Così Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Uil-Pa – rispondono alle dichiarazioni rilasciate a RepubblicaTv stamane dalla Ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia.
“Che prometta assunzioni – aggiungono i quattro sindacalisti – e faccia appelli sui precari, operando l’ennesima contrapposizione inutile tra garantiti e non, tirando in mezzo i disoccupati per i quali non scorgiamo iniziative del governo Renzi, sembra superare la fantasia. Hanno miseramente fallito sulla staffetta generazionale dopo aver promesso 15mila assunti. Ci saranno in realtà 58mila lavoratori in meno in 3 anni. Parlare poi con superficialità dei salari di chi in 5 anni ha perso 5000 euro è irrispettoso: non ha davvero nulla da dire a un’educatrice di asilo nido che non arriva a 1.300 euro, nel privato anche meno, e cresce il futuro del paese? A un operatore socio sanitario che dopo 30 anni di servizio non arriva a 1.200, e garantisce la salute delle persone vere non dei sondaggi? È su questo che deve dare risposte, non ai sindacati ma a lavoratori e cittadini. Risposte sulla riorganizzazione che non c’è, sulla lotta alla burocrazia rimasta sulla carta, su quella alla corruzione e all’evasione, che sono scomparse dall’agenda”.
“Le ricorderemo le nostre proposte, che non conosce perché non ha mai voluto ascoltare, sabato in Piazza del Popolo – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – sperando che almeno in questa occasione si renda conto che oltre alla retorica esiste un mondo del lavoro, pubblico e privato, che porta avanti questo paese attraverso i servizi pubblici, che ha voglia di produrne di migliori e chiede una riforma vera”.
Roma, 6 novembre 2014

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