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Samantha Dell’Anno: «Occorre riconoscere il merito e valorizzarlo»

Samantha Dell'Anno

Il meglio di Uilpa.it | Speciale RSU. Intervista a Samantha Dell’Anno, Tribunale ordinario di Verona. 28 marzo 2022

Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?

L’ormai cronica carenza di personale ha comportato che l’Ufficio attuasse con sempre maggiore frequenza delle soluzioni tampone, come quella di prevedere turni di applicazione del personale nei settori ritenuti in maggiore sofferenza, senza peraltro assicurare ai dipendenti un’adeguata formazione.

Le numerose udienze penali hanno comportato, tra l’altro, turnazioni che hanno visto coinvolti cancellieri ed assistenti di tutti i settori del Tribunale, risolvendo solo in minima parte le criticità legate all’assistenza all’udienza ed agli adempimenti che ne conseguono.

Tutto ciò ha talvolta inasprito i rapporti tra colleghi poiché non sempre si comprende su quali basi vengano effettuate da parte dell’Ufficio delle scelte organizzative che sembrano ricadere solo su una parte del personale.

Quella che lei dipinge è una situazione particolarmente difficile. 

Sì, e non finisce qui. Bisogna aggiungere il sempre più diffuso malcontento per le progressioni economiche all’interno delle aree, che hanno riguardato solo una piccola parte dei dipendenti, ma soprattutto per la mancata riqualificazione che il personale amministrativo attende da oltre vent’anni.

Il personale è sempre più spesso chiamato a svolgere mansioni che vanno ben oltre quelle previste dal mansionario ed è sempre stato impegnato nell’affiancamento di quei lavoratori a tempo determinato che negli ultimi anni si sono avvicendati negli uffici, senza che a ciò sia conseguito il giusto riconoscimento non solo in termini economici, ma nemmeno al fine di una più equa valutazione della prestazione individuale.

Altra nota dolente è il sistema di valutazione della performance in quanto non sempre risponde a criteri oggettivi, ingenerando per questo motivo frustrazione e malcontento nel personale.

Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?

Si dovrà prima di tutto affrontare il problema della “misurazione” dei carichi di lavoro in modo da poter addivenire eventualmente ad una loro più equa redistribuzione per evitare che il personale sia sottoposto a livelli insopportabili di stress.

Credo inoltre che un contributo importante per la valorizzazione del personale possa darlo un’adeguata formazione, perché solo con personale qualificato si potrà agire nell’interesse dell’amministrazione e dell’utenza, ma soprattutto nell’interesse degli stessi lavoratori che hanno visto ingiustamente impoverito il loro bagaglio di conoscenze e di competenze.

Infine, occorre attuare un sistema valutativo premiante, che sappia riconoscere il merito e valorizzarlo; un sistema che non sia incentrato esclusivamente sulle performances individuali, ma che favorisca lo spirito di squadra per il conseguimento dei risultati. È necessario soprattutto che le modalità di valutazione della performance obbediscano a criteri di oggettività e trasparenza.

Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?

È semplice: perché la nostra forza è la capacità di essere un punto di riferimento, di mediazione ma soprattutto di ascolto per tutti, iscritti e non. La Uilpa ha come obiettivo primario quello di garantire il benessere e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma soprattutto di rappresentare e difendere gli interessi di tutti i lavoratori.

Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?

Purtroppo con la riforma Brunetta si è assistito a un progressivo svuotamento della funzione del sindacato. Se a ciò si aggiunge la complicità di certa politica e di certa stampa denigratoria che ha dipinto i dipendenti della Pubblica Amministrazione come sfaticati e nullafacenti, è comprensibile come tra i lavoratori si sia diffuso un clima di sfiducia ed il ruolo di mediazione del sindacato sia stato talvolta visto con scetticismo.

Ma le cose sono cambiate: il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, firmato il 10 marzo 2021, ha ridato un ruolo determinante alla contrattazione collettiva nazionale e decentrata e questo è di assoluta importanza in un momento come quello attuale, che vede il mondo del lavoro in continua e sempre più rapida evoluzione.

28 marzo 2022

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