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Inflazione, persi 1.240 euro di potere di acquisto da gennaio a giugno 2022. Uno studio della UIL

Gli interventi fiscali di sostegno al reddito per contenere la perdita di potere d’acquisto delle famiglie non sono sufficienti a contrastare gli effetti dell’inflazione. 
 
Come evidenziato nel nostro studio, per il periodo Gennaio – Giugno 2022 una coppia con almeno un minore a carico ha perso 1.240,8 euro di potere d’acquisto, compensati solo in parte dai Bonus varati dal Governo. In particolare, con l’indennità dei 200 euro e i Bonus Luce e Gas, la perdita sul semestre si riduce, ma rimane sempre rilevante, pari a 505,94 euro. Ben il 41% del potere d’acquisto perso non viene recuperato. 
 
Come previsto da tutti gli organismi nazionali ed internazionali, l’impatto dell’inflazione è destinato a perdurare. Per la Uil, è necessario sostenere i redditi da lavoro dipendente e da pensione con interventi strutturali. È necessario abbassare le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, rinnovare i contratti collettivi e detassare gli aumenti contrattuali. 
 
Questi interventi sono necessari a sostenere i consumi e la domanda interna, evitando che la nostra economia torni in recessione. 
 
ANALISI: 
Gli interventi di sostegno al reddito che il governo ha approvato negli ultimi mesi sono stati una “boccata di ossigeno” per molte famiglie, ma non sono sufficienti nel medio-lungo periodo a tutelare i lavoratori dipendenti e i pensionati dalla perdita di potere d’acquisto derivante dall’aumento dell’inflazione.
In questo studio la Uil ha stimato l’entità di tale perdita tenendo in considerazione la crescita inflativa e gli effetti compensativi delle indennità e delle misure approvate in questi mesi: il “Bonus 200€” e i “Bonus Luce e Bonus Gas”.
Lo studio è stato condotto in riferimento al reddito medio per alcune “famiglie tipo” secondo i dati dell’analisi ISTAT.
Come si evince dalla tabella 1, per una famiglia composta da una coppia con 1 o più minori a carico la perdita totale sul semestre è di 1240,8 euro. Con l’inclusione dei bonus, tale perdita viene parzialmente compensata ma rimane rilevante e gravosa per il bilancio famigliare, pari a 505,94 euro. Ben il 41% del potere d’acquisto perso non viene recuperato.
 
La perdita di potere d’acquisto è differente tra le diverse tipologie di nuclei familiari poiché al variare delle tipologie varia il reddito annuo mediano di riferimento. (Tabella 2)
In particolare, per il nucleo con monogenitore e un figlio adulto si presuppone statisticamente che il figlio possa contribuire al reddito familiare. Così come per le coppie con figli il reddito mediano è più elevato rispetto al nucleo composto da un solo genitore, per la presenza statistica di un doppio reddito nella famiglia. Allo stesso modo abbiamo ipotizzato che nelle famiglie composte da una coppia il beneficio dell’indennità di 200 € fosse percepito da entrambi i genitori. Per le stesse ragioni la perdita di potere d’acquisto relativa alla persona sola over 65 risulta percentualmente inferiore proprio in ragione del reddito di partenza più basso rispetto a tutte le altre tipologie.
 
Si consideri inoltre che l’analisi semplifica le conseguenze dell’inflazione, la quale tuttavia non determina gli stessi effetti per tutti. L’indice generale dei prezzi racchiude una molteplicità di componenti, che in termini marginali vanno ad impattare in modo differenziato su classi reddituali diverse. La letteratura riporta che sono proprio le famiglie appartenenti alle fasce reddituali più basse a destinare la quota più consistente delle proprie risorse ai consumi di base.
 
Va presa consapevolezza che questo aumento inflazionistico non è temporaneo, ma si prospetta un orizzonte di almeno medio termine, secondo le stime di vari organismi e osservatori internazionali. La guerra in Ucraina è un fattore, il più incisivo, che si aggiunge al blocco della catena logistica in Asia e alla ripresa dalla pandemia, i cui effetti sono tutt’ora in pieno corso.  Si prevede che il blocco alle esportazioni di grano dalla Russia e dall’Ucraina rischi di scatenare una crisi alimentare. Si teme quindi che il II semestre 2022 possa presentare dinamiche addirittura peggiori. Anche, le comunicazioni ISTAT del 7 Giugno relative all’indice IPCA confermano il carattere strutturale dell’inflazione e la rilevanza che avrà nell’impattare sul bilancio delle famiglie. 
La necessità frequente di intervenire con misure temporanee segue una logica da “rattoppo” e sottintende fragilità da sanare alle fondamenta. Sono necessarie politiche strutturali. 
 
Nota metodologica:
Il periodo di osservazione comprende il semestre Gennaio-Giugno 2022. Per il reddito mediano si riportano i dati Eu-Silc 2018. L’inflazione tendenziale segue l’indice IPCA: il valore di Giugno è al 6% per approssimazione e segue le previsioni dell’ECB Outlook (considerato il 7.3% di Maggio, è una stima conservativa). I Bonus Luce e Gas non tengono conto di possibili variazioni a livello locale e non considerano le differenze previste per zona climatica.
 

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