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Cnel. Aumentano le differenze nelle città, usare il PNRR per il riequilibro sociale

“L’Italia ha urgente bisogno di politiche di riequilibro sociale per colmare le significative differenze tra territori che, invece di diminuire, continuano ad accentuarsi. Alla tradizionale spaccatura tra Nord e Sud del Paese negli ultimi due anni si è aggiunta quella, particolarmente marcata, tra grandi città e aree metropolitane e aree interne, come emerso anche dai due grandi rapporti del CNEL, quello sul mercato del lavoro e la relazione sui livelli e la qualità dei servizi pubblici”.

Ad affermarlo è stato Mauro Nori, segretario generale del CNEL, oggi durante il seminario “Prossimità fisica e aumentata e generatività dei territori”, promosso e organizzato dall’Osservatorio sulle politiche urbane territoriali del CNEL in collaborazione con l’Università di Firenze e il Centro ArIa (Centro di ricerca per le Aree Interne e gli Appennini) dell’Università del Molise, che si è aperto con gli interventi introduttivi di Maurizio Savoncelli, consigliere CNEL, e Saverio Mecca, dell’Università di Firenze ed è proseguito con i contributi, tra gli altri, di Anna Ascani, sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico; Maria Siclari, direttore generale Ispra; Gian Paolo Gualaccini, consigliere CNEL; Luciano De Bonis, Centro ArIa – Università del Molise; Luisa Franconi, ISTAT; Luisa Corazza, direttrice Centro ArIa – Università del Molise.

“La transizione digitale, ecologica, circolare e demografica richiede una visione e una strategia sistemica di sostenibilità e resilienza larga e lunga nel tempo che dovrà fondarsi su tanti e diversi processi e patti a cui partecipino tutti i soggetti dal terzo settore alle amministrazioni comunali, dai centri per l’innovazione alle università e alle scuole, dalle regioni ai gestori delle reti, delle infrastrutture e dei servizi, costruendo non nuove norme ma snellendo e regolando sostenendo e coordinando le comunità dei territori e la loro progettualità generativa per il benessere e l’innovazione”, ha detto Saverio Mecca, coordinatore dell’Osservatorio sulle politiche urbane territoriali del CNEL.

“Il PNRR nasce per costruire un modello di sviluppo diverso da quello esistente prima della pandemia, è pensato per incidere sulle grandi diseguaglianze che esistono nel nostro Paese, determinate dalla mancata attenzione ai territori che ha prodotto effetti distorsivi sulla società e sull’economia. La transizione digitale ha una rilevanza fondamentale, non riguarda solo le infrastrutture ma anche la cultura, la consapevolezza e la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie e delle competenze. La formazione professionale così come gli ITS, ad esempio, hanno molto a che fare con lo sviluppo dei territori perché sono un luogo di prossimità dove si può ragionare insieme all’impresa di quali sono le competenze che servono nell’immediato”, ha spiegato la sottosegretaria Ascani.

Per il direttore generale di Ispra, Maria Siclari “La strategia di azione del progetto PON ‘Statistiche ambientali per le politiche di coesione 2014-2020’ poggia sul ruolo centrale dell’Ispra che ha tra i propri compiti istituzionali l’elaborazione e la pubblicazione di dati e indicatori ambientali per la produzione e la diffusione dell’informazione ambientale. L’Istituto ha messo in atto tutta una serie di iniziative per migliorare le metodologie, conferendo tempestività e maggiore capillarità territoriale. Il progetto è stato inoltre un’opportunità per l’Istituto per migliorare la propria offerta informativa e i processi di produzione dei dati necessari al popolamento degli indicatori di interesse per il PON GOV. In termini di risultati raggiunti, ad oggi, sono stati pubblicati 44 indicatori di cui 25 anche di livello comunale e anche diversi ‘nuovi’ indicatori in linea con l’Agenda 2030”.

La sussidiarietà, come sottolineato da Gian Paolo Gualaccini, si pone fortemente al centro delle strategie che uniscono diversità e specificità dei territori, prossimità fisica e aumentata per la generatività sostenibile e resiliente dei territori e delle comunità del XXI secolo in una nuova unione fra natura e cultura.

“La discussione odierna ha fatto emergere la rottura dei paradigmi che hanno finora guidato le politiche territoriali. Urbano/rurale, centri/periferie, innovazione/arretratezza sono concetti da ripensare alla luce di una nuova visione dei luoghi. Da queste feconde riflessioni occorre ripartire per orientare la ripresa, partendo dall’idea che politiche del lavoro, infrastrutture sociali e politiche territoriali devono camminare insieme”, ha concluso Luisa Corazza, direttrice centro Centro ArIa.

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