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Cnel. Lavoro, quasi 8 milioni di occupati con contratto scaduto

I contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti nel settore privato, che sono depositati nell’Archivio Nazionale dei contratti del CNEL alla data del 3 febbraio 2022, sono 835 e riguardano 12.991.632 di occupati. Gli accordi scaduti sono 516 pari al 62% del totale e si riferiscono a 7.732.312 di lavoratori (il 59%). Dal monitoraggio sono esclusi i contratti dei comparti “Agricoltura” e “Lavoro domestico”, rinnovati e registrati nell’Archivio CNEL ma non ancora entrati nel flusso UNIEMENS associato al Codice unico.
 
E’ quanto emerge dal nuovo numero del Notiziario sul mercato del lavoro e la contrattazione del CNEL che si apre con un focus sullo stato di avanzamento dell’Archivio Nazionale dei contratti del CNEL in seguito all’introduzione del Codice unico dei contratti, istituito dalla legge 120/2020 (decreto Semplificazioni) che ne ha assegnato l’attribuzione al CNEL ed è entrato definitivamente in vigore il primo marzo 2022. L’art. 16 – quater, che ha recepito lo spirito di uno dei primi disegni di legge presentati dal CNEL nella X Consiliatura e annunciato al Senato il 5 aprile 2019 (A.S. 1232), prevede che nelle comunicazioni obbligatorie al Ministero del Lavoro e nelle denunce retributive mensili inviate all’INPS, il dato relativo al contratto applicato al lavoratore deve essere indicato tramite il codice alfanumerico unico attribuito dal CNEL, con un’operazione che non soltanto risponde a un’esigenza di razionalizzazione degli archivi pubblici esistenti, ma rende possibile – attraverso l’inserimento dei codici contratto CNEL all’interno del flusso informativo INPS denominato UNIEMENS – associare ciascuno dei contratti censiti dal CNEL con le informazioni che vengono regolarmente raccolte dall’INPS sul numero di lavoratori e di datori di lavoro corrispondenti.
 
La pandemia ha aggravato non una ma molte dimensioni delle diseguaglianze già esistenti nel Paese, non solo nel lavoro e nel reddito delle persone, ma nella salute e la mortalità, la partecipazione scolastica e l’apprendimento, le relazioni sociali e le condi­zioni generali di vita – scrive il presidente del CNEL, Tiziano Treu, nell’editoriale del nuovo numero del Notiziario – Il vero problema è che la loro combinazione ne ag­grava l’impatto anche perché molti di queste si concentrano sulle stesse persone, gruppi sociali e aree geografiche, di solito quelli più fragili e meno protetti. C’è l’urgenza di rivedere l’impo­stazione complessiva del nostro welfare, per andare oltre l’assetto ricevuto dal passato, che è di tipo la­voristico categoriale, per procedere in direzione di un sistema di protezione e di promozione sociale universalistico”.
Nel Notiziario, inoltre, spazio ad un’analisi sull’occupazione e le retribuzioni; i nuovi CCNL dei Vigili del Fuoco, USMAF-SASN, relativo al personale non medico operante negli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera e edilizia; un focus sull’apprendistato nell’esperienza italiana; l’incidenza della riforma della procedura civile sul diritto del lavoro; l’incidenza della retribuzione premiale nella PA centrale; un approfondimento sulla povertà lavorativa, tema di stringente attualità lanciato dal CNEL già nel 2019. Chiude il giornale la consueta rassegna sulle novità normative.
 

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