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RSU | Riccardo Giacalone, Dogane di Milano 1: «Lo smart working è malvisto ma ai lavoratori piace»

Riccardo Giacalone

Quali sono i maggiori problemi del suo ufficio?

Ci sono varie problematiche, comuni a tanti enti. Fra tutti spicca la carenza di personale, questione annosa e a cui l’Amministrazione ha cercato di porre rimedio attraverso il concorso del 2021. Tale rimedio, però, sembra come un cerotto su un’emorragia.

Nel mio Ufficio abbiamo avuto, nell’ultimo anno, una notevole riduzione del personale, che ha aggravato il carico di lavoro dei dipendenti e la sua ripartizione, portando a situazioni di incomprensione, con un progressivo allontanamento reciproco e una situazione di lavoro “a canne d’organo”, in cui non si conosce con esattezza cosa facciano gli altri reparti e non si sa come agevolarsi a vicenda.

Infine, ma non meno importante, la questione dirimente dello smart working. Tale modalità di lavoro, che esiste proficuamente da anni nel nord Europa, è stata e continua a essere malvista. Invece i lavoratori hanno dimostrato, nella quasi totalità, come una diversa modalità di lavoro non significhi minor efficienza.

Quali le proposte della Uilpa per superare tali difficoltà?

Innanzitutto fermare l’emorragia di personale, incamerando nuovo personale, sia attraverso nuove assunzioni concorsuali, sia attraverso mobilità e chiamata diretta. E nel frattempo, si rende necessario formare e specializzare i dipendenti, ma soprattutto creare un amalgama, una sorta di “spirito di corpo”, che permetta di avanzare come un fronte unito in cui ci si sostenga a vicenda, grazie alla condivisione delle competenze.

Per ciò che riguarda lo smart working, andrebbe abbandonata la vetusta modalità di supervisione “del vignaiolo” che controlla visivamente il dipendente. Ci si dovrebbe orientare verso una supervisione per obiettivi, modalità ampiamente diffusa nel settore privato. Lo smart working consente un miglioramento dell’equilibrio vita-lavoro, con un conseguente miglioramento dell’efficienza lavorativa.

Perché i lavoratori del suo ufficio dovrebbero preferire le liste della Uilpa rispetto a quelle di altri sindacati?

I candidati presentati da Uilpa hanno un’elevata caratura professionale, che bilancia da un lato il loro background e la loro esperienza, e dall’altro la voglia di nuovo e di innovazione. Difatti, varie sono le proposte formative che sono state e che saranno fatte al fine di consentire a tutti i dipendenti pubblici di restare al passo con le innovazioni tecnologiche e non solo. Il tutto avendo, alla base, una grande attenzione ai bisogni dei lavoratori, alla loro soddisfazione e al bisogno continuo di integrazione, di cui non si parla mai abbastanza.

Come vede la prospettiva e il ruolo del sindacato nel complesso mondo del lavoro contemporaneo?

Il mondo del lavoro sta subendo una trasformazione rapidissima e per capirlo basta osservare con occhio curioso ciò che accade. L’avanzamento tecnologico, scientifico e sociale impone la necessità di essere pronti a recepire e a elaborare soluzioni pratiche, e questa necessità di intermediazione è nelle mani del sindacato.

Il sindacato, col suo sguardo vigile, può e deve diventare un mantice che spinga verso un maggior benessere dei lavoratori, perché non bisogna dimenticare che un lavoratore felice è un lavoratore sicuramente più produttivo.

I dipendenti della Pubblica Amministrazione offrono servizi ai cittadini e sono al loro servizio. Pertanto, a beneficiare del lavoro del sindacato, saremo sempre noi tutti. Questo è l’impegno di Uilpa.

19 marzo 2022

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