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Uilpa Mef. Non ci resta che piangere

Tutte le favole iniziano con “C’era una volta…” e così alcuni nostri colleghi, con più esperienza, ci raccontano del favoloso mondo del servizio stipendi quando era gestito direttamente dai colleghi di piazza Dalmazia con il sistema SPT, e che all’epoca e non tanto tempo fa era il fiore all’occhiello dei servizi del “Tesoro”.

All’epoca ci si ricordava anche di essere stati orgogliosi di far parte di quel servizio, e chi ne faceva parte, giustamente, se ne vantava… (quasi fosse un titolo da inserire nel proprio C.V. come esperienza altamente professionale).

Invece oggi, con l’esternalizzazione del servizio, che ovviamente costa annualmente milioni di euro, questo sistema da splendido splendente è divenuto sempre più (e non per colpe imputabili ai colleghi che ci lavorano) avvilente, umiliante e mortificante. Dato che lo stesso non permette di lavorare con continuità e secondo il rispetto dei necessari tempi di lavorazione prefissati.

A rincarare la dose, aggiungiamo oltre il danno la beffa dato che mediaticamente si viene anche a essere etichettati come “fannulloni“ o “incompetenti” di turno! Stranamente, ma non tanto, proprio da quella stessa classe politica che ha voluto, vigorosamente, che si privatizzassero dei servizi pubblici. Purtroppo senza aver prima adottato delle mirate azioni e attività che non fossero calate dall’alto. Senza tener conto dello specifico universo da osservare con tutti i servizi da migliorare per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici.

E il servizio è tanto “migliorato” che ancor oggi da parte di alcuni direttori, per fortuna una minoranza, viene proferito il vecchio ritornello “guarda che ti sbatto al servizio stipendi”. Quindi da fiore all’occhiello si è passati a fiore di plastica! E ciò la dice lunga su come sia considerato il servizio in questione e lo spessore di alcuni direttori.

Ben vengano i nuovi assunti (410+300) di cui una parte andranno a rimpolpare gli organici ridotti ai minimi termini sul territorio. Ma chiediamo di accelerare i tempi perché gli uffici territoriali sono quasi arrivati al limite di chiusura per mancata erogazione del servizio.

Pur tuttavia, sottolineiamo che le nuove leve dovranno proiettarsi in una realtà sfiduciata, con un carico di lavoro mostruoso, non dovuto dalla inefficienza dei colleghi, ma determinato dalle storture di un sistema che non è in grado di tararsi con le richieste oculate di rinnovamento reclamate dagli operatori e dai cittadini/utenti.

I colleghi che lavorano al servizio stipendi costruiscono delle piccole storie che ci inviano continuamente e disegnano le realtà incredibili da descrivere!

Colleghi che lavorano proficuamente, e ciò vale dagli uffici centrali a quelli territoriali, e che tra l’altro aspirerebbero, da una vita lavorativa, ad agognati sbocchi professionali che si potrebbero ottenere dai passaggi tra le aree (sempre più disattesi e dimenticati) o dai miglioramenti economici (e questi ultimi sono delle chimere).

Politiche, queste sì, che sembrano essere manchevoli e non adeguate a compensare tutti i sacrifici fatti per lavorare dignitosamente. E per non parlare dell’alta formazione riservata ai soliti noti…e ai pochi eletti!

E se questa è la realtà … “Non ci resta che piangere”.

Roma, 16 febbraio 2022

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