Il musicista Johann Strauss sarebbe fiero del valzer che Governo e Istat stanno ballando insieme per occultare il dramma delle morti bianche. Mano nella mano, illustrano una situazione che sotto il nuovo governo non ha fatto altro che migliorare. Ma è realmente così? Apparentemente i numeri Istat sostengono le dichiarazioni dei piani alti, ma solo se opportunamente manomessi.
Infatti, in un comunicato del 2 agosto scorso la ministra del lavoro Marina Elvira Calderone ha sostenuto che le morti bianche sono in diminuzione. Nel primo semestre 2024 il tasso di incidenza delle morti sul lavoro è di 1,96 su 100mila occupati rispetto al 2019. Un anno di confronto che è stato scelto per far sì che risultasse una diminuzione costante negli ultimi 5 anni, invece, se solo si facesse riferimento al 2023 dove il tasso è più basso, 1,91, quindi più basso di quello attuale. Conclusione: le morti sul lavoro sono aumentate.
Giochi di prestigio coi numeri ingannano l’opinione pubblica perché il tasso di incidenza è calcolato ogni 100mila occupati e non sul valore assoluto. Per l’Istat sono occupate le persone dai 15 anni in su che hanno lavorato almeno un’ora durante la settimana in cui si rilevano i dati.
Quei quasi 24milioni di occupati, declamati dal governo come record storico, sono solo una fandonia, proprio come il calo delle morti sul lavoro. Numeri manipolati ad arte su cui ballare il valzer della propaganda.
Et voilà, la magia è compiuta e le tragedie come quella di Brandizzo o Suviana dimenticate.
Luca Colafrancesco, Ufficio comunicazione UILPA
Roma, 7 agosto 2024