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Ministero della Difesa. «L’età media vicina
ai 60 anni rende difficile l’attività sindacale».
Intervista a Renato Leonetti

Come giudica la sua esperienza da delegato RSU?

 

Difficile ma positiva. Difficile perché, oltre all’impegno e alla dedizione di cui necessita il ruolo, l’età media dei dipendenti del Ministero della Difesa è vicina ai 60 anni. Perciò è complicato coinvolgere nell’attività sindacale chi è ormai prossimo alla pensione. In linea teorica sarebbe più facile con un dipendente giovane perché ha davanti a sé alcuni decenni di lavoro ancora da svolgere. Ma poi bisogna vedere se questo giovane è motivato e crede nella funzione del sindacato.  Comunque, tornando alla sua domanda, fare il delegato RSU è un’esperienza positiva che mi ha permesso di conoscere a fondo i colleghi, dialogare con loro e con l’Amministrazione. Se si fa un buon lavoro si acquista stima e fiducia e questo è un bene sia sul piano personale che su quello del confronto sindacale.

 

Nella sua realtà lavorativa l’amministrazione rispetta il ruolo e le funzioni della RSU stabiliti nel CCNL?

 

Sì, non abbiamo grandi problemi con la dirigenza. Sarà perché ci muoviamo sempre con largo anticipo quando c’è un tavolo di contrattazione importante. La situazione ovviamente non è semplice perché, come sa, alla Difesa noi del personale civile ci confrontiamo con le gerarchie militari.  Però tutto sommato l’Amministrazione ci ascolta e tiene considerazione delle nostre richieste.

 

I suoi colleghi vedono la RSU come uno strumento efficace per risolvere i loro problemi?

 

Non si può rispondere con un sì o con un no perché i lavoratori sanno che la RSU non ha larghi spazi di manovra. Dunque, conta molto la capacità del singolo rappresentante di ottenere fiducia e risultati, che poi di riflesso ricadono sul sindacato. Dopotutto il sindacato è fatto da persone. Tuttavia, non mancano i problemi, anzi, quelli principali derivano dalla forte presenza militare che crea una subalternità psicologica dei dipendenti civili. I quali si sentono impossibilitati a raggiungere i ruoli ricoperti dal personale militare e talvolta vengono da me per sfogarsi. Per quanto possibile la nostra RSU sta lavorando per limare queste differenze tra i comparti.

 

Manca circa un anno alle prossime elezioni RSU: si candiderà di nuovo? 

 

Non ho ancora deciso. Vorrei lasciare campo libero a qualche giovane perché anch’io sono ormai vicino alla pensione e faccio fatica a sostenere sia l’attività di lavoro sia quella di rappresentante sindacale. Tuttavia, non c’è molto all’orizzonte perché da noi il ricambio generazionale è bloccato e quindi è difficile trovare nuove candidature.

 

Luca Colafrancesco, Ufficio comunicazione UILPA

 

Roma,  24 settembre 2024