‘Mi piace lavorare’ di Francesca Comencini è un film intimista, che affronta apertamente il fenomeno detto “mobbing”, ovvero la vessazione psicologica sul lavoro.
Anna lavora presso un’azienda come segretaria di terzo livello. L’impresa viene acquisita da una multinazionale. Il giorno aziendale dei festeggiamenti per la fusione, Anna è l’unica fra tutti gli impiegati a non essere salutata dal nuovo direttore del personale. Un incidente banale, o forse solo una dimenticanza. Questo piccolo avvenimento è il primo segno di un processo che diventerà per lei un vero calvario. Lentamente, ma inesorabilmente, il “gruppo” si scatena contro di lei. Le vessazioni iniziano, piccole, invisibili, ma ripetute. Nessuno si siede con Anna al tavolo della mensa aziendale, nessuno la invita più a prendere il caffè la mattina, il suo posto di lavoro viene “inavvertitamente” occupato. Anna è una donna sola, divorziata, con una figlia con cui ha un bellissimo rapporto, ma ora un senso diffuso di precarietà pervade la loro vita. Intanto l’azienda le cambia continuamente mansioni, obbligandola a percorrere a ritroso tutte le tappe sulle quali lei aveva fondato la sua autostima. Anna viene applicata ore e ore ad una fotocopiatrice, senza far niente. I suoi tentativi di recuperare un ruolo utile vengono umiliati e viene mandata a sorvegliare il lavoro degli operai nei magazzini, secondo la logica aziendale del mettere gli uni contro gli altri. La protagonista viene, giorno per giorno, annientata psicologicamente tanto da finire in depressione. Non si occupa quasi più della figlia che, in realtà, la salverà aiutando la madre a ritrovare coraggio e ad affermare i propri diritti.
Anno: 2003
Regia: Francesca Comencini
Cast: Nicoletta Braschi
Nazionalità: Italia