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Ma i sindacati firmatati del contratto si sono fatti vendere la Fontana di Trevi??

Un retroscena giornalistico svela che il decreto legge PA non è stato ancora pubblicato perché mancherebbero le coperture finanziarie. Ma se non ci sono soldi come finanzieranno la promessa detassazione del salario accessorio e l’aumento dei buoni pasto??

 

Ricordiamo tutti Totò truffa ’62, con il grande comico napoletano che vende la Fontana di Trevi (https://youtu.be/rHEIkBaGh_Y?si=Evaj-7UG3JYavT-s) ad un turista italo-americano eccessivamente credulone, tale Decio Cavallo. Mai però avremmo immaginato di poter rivivere una scena simile riguardo al nostro rinnovo contrattuale.

 

Infatti, la firma del contratto che priva i nostri salari del 10 per cento del potere d’acquisto, è stata accompagnata da promesse mirabolanti che si sarebbero dovute concretizzare a pochissimo tempo dalla firma. Giusto per ricordare le principali di queste, si è parlato di detassazione del salario accessorio, oltre che di eliminazione ai tetti dello stesso, e di aumento del valore del buono pasto. Per non parlare della promessa di aprire subito la nuova tornata contrattuale.

 

La UIL ha sempre sostenuto, invece, che era fondamentale anticipare al 2024 i fondi stanziati per il contratto 2025-2027, visto che per aprire la nuova tornata contrattale ci sarebbero voluti anni, e che era fondamentale che la detassazione del salario di produttività, che nel privato è già la regola da anni, e l’aumento del valore del buono pasto dovessero concretizzarsi PRIMA della firma del contratto e non come mera promessa successiva alla firma.

 

I fatti dicono che lo stesso Ministro Zangrillo ha escluso che si possano aprire in tempi brevi le trattative per il nuovo contratto. Inoltre, il Decreto Legge PA varato dal Consiglio dei Ministri ormai quasi tre settimane fa non contiene nessuna delle promesse fatte dal Governo ai sindacati firmatari e da questi ai lavoratori. Niente detassazione del salario accessorio e niente aumento del valore del buono pasto.

 

L’unica misura rimasta sarebbe l’incremento complessivo di 190 milioni di euro sul salario accessorio, che è frutto di battaglie comuni a tutti i sindacati (firmatari e non firmatari), è ben lontano dal superare i tagli al salario che vengono perpetrati ogni anno e per di più è selettivo, cioè escluderebbe alcune pubbliche amministrazioni (MEF, Agenzie Fiscali, EPNE) dal beneficio.

 

Ma quello che ci fa rabbia è che, oltre alla totale assenza di qualunque mantenimento delle promesse fatte, apprendiamo da fonti giornalistiche accreditate che il Decreto PA non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo quasi tre settimane dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri perché mancherebbero le coperture finanziarie anche per quei pochissimi soldi stanziati.

 

Insomma, i sindacati firmatari si sono fatti vendere la Fontana di Trevi e ora tentano di venderla a noi, come se fossimo dei Cacio…pardon Decio Cavallo qualsiasi.

 

Ma se, pur non mettendo nulla di quanto promesso, non si trovano i soldi, come intendeva il Governo far fronte alle mirabolanti promesse del Ministro Zangrillo di detassazione del salario accessorio e di aumento del valore dei buoni pasto?? Avevamo ragione noi a sostenere che volevamo verificare la fondatezza delle promesse prima e non dopo la firma del contratto?

 

Nel film Totò truffa’ 62 l’italo americano truffato che va a chiedere i soldi a chi faceva foto alla Fontana di Trevi ritenendola propria, viene tradotto da una coppia di infermieri in ambulanza in un ospedale psichiatrico come matto. Come vogliamo trattare noi lavoratori gli incompetenti e pericolosi sindacati che si sono fatti vendere promesse che non sono state mantenute? C’è solo un modo per punirli severamente e costringerli ad aprire una vertenza unitaria per pretendere fatti concreti e non la fuffa che hanno spacciato in questi mesi ai lavoratori: togliere loro la maggioranza, peraltro risicata, che hanno nel Comparto delle Funzioni Centrali, non votandoli.

 

E si, perché ricordatevi tutti che le elezioni RSU servono a determinare la rappresentatività dei singoli sindacati e che questo pessimo contratto è stato possibile solo perché CISL, FLP, UNSA e Confintesa rappresentano, grazie anche ai voti alle RSU del 2022, circa il 53 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

E, a proposito di fuffa e di promesse mancate, invitiamo tutti ad andare a vedere gli importi degli arretrati erogati con emissione speciale in questi giorni. Scoprirete che anche in questo caso vi hanno “venduto la Fontana di Trevi” perché i soldi sono davvero pochi spiccioli a fronte del 16,5 per cento di inflazione del triennio. Mandiamo a casa (di cura?) i sindacalisti improvvisati una volta per tutte!

 

NON SIAMO TUTTI UGUALI! ALLE PROSSIME RSU VOTA UIL PA, IL SINDACATO DELLE PERSONE!

 

Scarica il comunicato:Si_sono_fatti_vendere_la_Fontana_di_Trevi