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La terribile mattanza delle Isole Faroe, in Danimarca: uccisi 1500 delfini

In nome di un’assurda tradizione la civilissima Danimarca ogni anno compie una incomprensibile strage di delfini. Alle isole Faroe, nello scorso finesettimana sono stati massacrati oltre 1.428 delfini atlantici (Leucopleurus acutus), nel corso di una tradizionale caccia che da secoli si svolge nel Paese, il Grindadràp. Dagli anni 80 gli attivisti di Sea Sheperd si recano alle Faroe per cercare di fermare la mattanza e diffondere foto e video del massacro durante il quale gli animali sono sottoposti ad una lunga agonia prima della morte. Ma quest’anno, denunciano, i numeri degli animali uccisi è stato impressionante.

Questa pratica barbara consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto globicefali e lagenorinchi (i delfini atlantici), a riva e poi massacrarli con dei coltelli. Ogni anno, riporta la Bbc, vengono sgozzate circa 600 balene (globicefali) e 35-40 delfini.

Secondo i media locali, la reazione della popolazione è stata «di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande» di delfini uccisi.

La carne del pescato viene tradizionalmente condivisa tra i partecipanti e poi data agli abitanti dei villaggi locali, ma il quotidiano danese Ekstra Bladet ha raccolto le testimonianze di alcuni locali secondo i quali non c’era modo che la gente del posto volesse consumare così tanta carne di delfino: «Finirà che la maggior parte dei delfini verrà gettata nella spazzatura o in un buco nel terreno».

Tuttavia un sondaggio effettuato sempre dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene.

Dopo la bufera scatenata dalla mattanza, il primo ministro delle Isole Faroe si è impegnato a procedere a una revisione della regolamentazione vigente sulla caccia ai delfini nell’oceano Atlantico.

In base all’impegno preso dal primo ministro, verrà monitorata da vicino la caccia ai delfini e sarà valutato il loro ruolo all’interno della società delle Faroe. La dichiarazione ufficiale rilasciata dal governo autonomo dell’arcipelago situato tra Islanda e Norvegia, nell’oceano Atlantico del Nord, parte del Regno di Danimarca, suona come una sorte di mea culpa dopo lo scalpore suscitato localmente e in tutto il mondo dalle immagini del mare tinto di rosso e dalle centinaia di carcasse di delfini sulla battigia di Skalabotnur, nell’isola di Eysturoy, una delle 18 che compongono le Faroe.

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