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La parola ai Coordinatori nazionali Uilpa
Intervista ad Alessandra Prece
M.I.M. – M.U.R.

Alessandra Prece, Coordinatrice Nazionale UILPA MUR e MIM

Lei si occupa di due ministeri. Quali sono i problemi che più frequentemente si trova ad affrontare?

 

Intanto desidero precisare che ho il doppio incarico perché queste due amministrazioni vengono accorpate e scorporate da una legislatura all’altra, a seconda degli interessi delle forze politiche che si trovano al governo. Detto questo, oggi il principale problema è dato dall’insufficienza degli organici. Insufficienza aggravata dalla compresenza di figure amministrative che appartengono a comparti di contrattazione diversi e seguono differenti regimi normativi e contrattuali.

 

Di che numeri stiamo parlando?

 

Il Ministero dell’istruzione ha circa 2.500 unità di personale amministrativo di ruolo che gestisce anche il personale della scuola. Il quale appartiene giuridicamente a un altro comparto pur facendo sempre parte del Ministero dell’Istruzione. Poco più di 2mila persone delle Funzioni Centrali devono gestire i problemi di centinaia di migliaia di persone della scuola. Nel tempo, le nostre Direzioni generali hanno tentato di supplire alle carenze di personale facendo arrivare dalle scuole un certo numero di personale amministrativo A.T.A. (Amministrativo, Tecnico, Ausiliario n.d.r.), ma ciò è stato fatto senza programmazione e senza pensare alle conseguenze organizzative. A cominciare dal rispetto delle normative in materia di sicurezza. Tanto che in qualche realtà si è mossa addirittura la Procura della Repubblica per fare luce su queste assegnazioni.

 

Le indagini della Procura della Repubblica sono servite a modificare la situazione?

 

Senz’altro sono servite a smuovere i vertici ministeriali per spingerli a adottare criteri più chiari per regolarizzare le assegnazioni di personale amministrativo della Scuola nei nostri uffici, anche se poi, una volta transitati nei ruoli del Ministero, rimangono aperti i problemi legati alle differenze retributive e all’inquadramento giuridico rispetto al personale ministeriale.

 

E per quanto riguarda il Ministero dell’Università e della Ricerca?

 

Al M.U.R. abbiamo circa 200 unità di personale di ruolo su un totale di 500 dipendenti. Il rapporto con le Università, con gli Enti di ricerca e con gli Istituti di Alta Formazione musicale è però diverso rispetto al Ministero dell’Istruzione, perché si tratta di enti verso i quali il Ministero svolge solamente un’attività di controllo. Abbiamo però competenze sulla materia pensionistica e questo crea dei problemi, in quanto a quel personale si applicano regimi giuridici differenti rispetto al nostro.

 

 

Può indicare il problema più grave comune a entrambi i ministeri?

 

Oltre alla carenza di personale di cui ho fatto già cenno, c’è la carenza di fondi per il superlavoro a cui sono costretti i nostri colleghi. Come Uilpa siamo molto impegnati su questo fronte. La situazione del personale che opera nei territori è pessima. La pressione su di loro è enorme, specie quando si trovano ad avviare l’anno scolastico con tutta la mole di adempimenti che ciò comporta: reclutamento degli insegnanti, assegnazioni, spostamenti e quant’altro.

 

Può fare qualche esempio di quello che lei ha definito superlavoro a cui sono costretti i dipendenti?

 

A volte sono costretti a lavorare anche nei giorni festivi per rispettare le scadenze imposte dal calendario scolastico. Ci sono colleghi con oltre mille ore di straordinario effettuate, ma che nessuno ha ancora pagato perché non ci sono i soldi. Però la cosa assurda è che poi non ci sono i tempi per consumare le ferie accumulate o i riposi compensativi. E le nuove regole sulle ferie introdotte dall’ultimo CCNL finiranno per peggiorare la situazione. Per non parlare, poi, delle difficoltà strutturali di molte sedi del Ministero dell’Istruzione, dove non si è in grado di garantire una postazione lavorativa dignitosa a tutti i dipendenti. Purtroppo, il cosiddetto “benessere organizzativo” in queste realtà è una chimera. Anzi, persino la salute e la sicurezza dei lavoratori sono messe gravemente in discussione.

 

A sei mesi dalla firma del CCNL qual è lo stato delle relazioni sindacali nelle sue realtà?

 

Al M.I.M. siamo stati del tutto estromessi dai tavoli sindacali. Per questo la UILPA ha provveduto ad avviare un’iniziativa legale per ottenere almeno lo stesso risultato che ha conseguito la UIL Scuola. Tuttavia, al di fuori dei tavoli sindacali l’amministrazione ha con noi un rapporto di stima e di rispetto, sia pure tra alti e bassi, per cui riceviamo le informazioni ogni volta che le chiediamo. Ma è indubbio che la nostra assenza dai tavoli sta generando equivoci e cattive decisioni, come dimostra il recente accordo sulla mobilità interna che ha stravolto i contenuti del lavoro che era stato portato avanti anche dalla Uilpa. Col risultato che i colleghi, delusi, si rivolgono a noi per avere chiarimenti su un accordo che non abbiamo sottoscritto.

 

Sempre su tema delle relazioni sindacali, come vanno le cose al M.U.R.?

 

Decisamente peggio rispetto al Ministero dell’Istruzione. Senza tanti giri di parole, in questo caso le relazioni sindacali sono pessime perché l’amministrazione appare insensibile alle aspettative dei nostri colleghi. A cominciare dalle difficoltà che vengono frapposte per la fruizione del lavoro agile. Ma è in queste circostanze che la Uilpa si distingue e guadagna il consenso dei lavoratori. Infatti, al M.U.R. abbiamo stravinto le elezioni per le RSU con oltre il 44% dei voti. E chiaramente l’amministrazione non è molto contenta.

 

Viste tutte queste difficoltà sarebbe stato meglio firmare il CCNL ’22-’24?

 

No. Ero e sono ancora convinta che sia stato meglio non firmare. Sapevo di avere alle spalle una struttura nazionale forte che mi avrebbe comunque aiutata a raggiungere risultati elettorali eccellenti in entrambi i ministeri. Cosa che è avvenuta, anche grazie alla collaborazione delle strutture territoriali UILPA.

 

Passiano a un altro argomento. Qual è il grado di coinvolgimento sindacale dei giovani neoassunti?

 

Essendo tutti laureati in giurisprudenza, in prima battuta al sindacato chiedono di comprendere meglio i percorsi per la carriera. In termini generali i giovani riconoscono che la UILPA è un’organizzazione fuori dal coro e che si muove senza pregiudizi. Si fidano di noi, perché vedono l’impegno disinteressato che mettiamo nella nostra attività sindacale quotidiana. E soprattutto, vedono che noi non ci inchiniamo davanti a nessuno. Per questo diversi giovani hanno accettato di candidarsi con noi per le RSU.

 

In che modo l’uso delle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale, sta modificando l’organizzazione del lavoro nei suoi enti?

 

Per quanto ne sappia, l’intelligenza artificiale da noi viene utilizzata in modo ancora sporadico. Invece, come dotazione informatica e qualità delle connessioni siamo bene attrezzati, anche per il lavoro da remoto. Non altrettanto posso dire degli applicativi che l’amministrazione ci fa utilizzare. Ad esempio, da circa due anni al MUR abbiamo adottato un nuovo sistema di rilevazione delle presenze che ancora non riesce ad andare a regime. Sono disfunzioni che avvengono quando le amministrazioni pensano di introdurre le innovazioni organizzative senza confrontarsi con le organizzazioni sindacali.

 

A cura dell’Ufficio comunicazione Uilpa

 

Roma, 6 giugno 2025