Qual è il problema più urgente che il suo ente si trova ad affrontare?
Il reclutamento del personale. Abbiamo 21mila dipendenti previsti in pianta organica, ma solo 14.700 in servizio. Ciò significa che siamo circa il 30% in meno. Se si aggiunge un’età media superiore ai 57 anni il quadro della situazione è davvero preoccupante. Si tratta di dati ufficiali reperibili nel PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione ndr.)
Sono stati banditi dei concorsi per sopperire alla carenza di personale?
Sì, il nostro Ministero ha richiesto di bandire un concorso per 1.248 funzionari su base provinciale con particolare attenzione alle sedi del Nord-Italia. Ciò significa che se un dipendente è di Varese prenderà servizio a Varese. Noi come UILPA avevamo accolto con favore questa iniziativa, ma il Ministero consentiva solo ai cittadini italiani di partecipare al concorso. Si sono svolte le prove, si è iniziato a chiamare per gli orali, ma un pool di avvocati di Milano ha impugnato il bando in quanto non estende la possibilità di partecipare al concorso ai cittadini europei e ad altre categorie. Il ricorso è stato accolto dal Tribunale di Milano e questo comporta un notevole allungamento dei tempi per avere nuovo personale.
Parliamo delle relazioni sindacali. Com’è la situazione a sei mesi dalla firma del CCNL?
Formalmente non partecipiamo più a nessuna trattativa. E da quel momento, cioè dalla data della firma ad oggi, i quattro sindacati firmatari non hanno chiuso l’accordo sullo smart working né quello sul fondo risorse, insomma, non hanno chiuso nulla. In poche parole, non c’è un accordo sottoscritto al Ministero da quando noi non partecipiamo alle trattative.
L’esclusione dai tavoli negoziali ha avuto un impatto sui vostri iscritti?
Al momento no, i rapporti sono rimasti inalterati. Tenga conto che il risultato della UIL alle ultime elezioni per il rinnovo delle RSU è stato del 24%, realizzando un incremento del 4% rispetto alla precedente tornata. In valori assoluti abbiamo ottenuto 350 voti in più. Siamo il secondo sindacato, appena l’1% in meno della Cisl. Se invece ragioniamo sul medio e lungo termine, potremmo trovarci in difficoltà nell’ipotesi che sindacati autonomi e Cisl concludano accordi con l’amministrazione.
Parliamo del coinvolgimento sindacale dei giovani. Riuscite a intercettarli?
Molti si iscrivono, però sono abbastanza refrattari a partecipare alla vita sindacale. Quasi tutti hanno dei blog composti da coloro che hanno partecipato allo stesso concorso chiudendosi così nel loro gruppo. Si avvicinano al sindacato per essere tutelati su questioni specifiche. Il nostro compito è quello di allargare l’orizzonte al di là del problema personale. Occorre tempo, ma ci stiamo impegnando.
In che modo l’uso delle nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale, sta modificando l’organizzazione del lavoro all’interno del Ministero?
Il Ministero dell’Interno due o tre anni fa ha creato una nuova direzione centrale che si chiama “Direzione per l’Innovazione Tecnologica”. Io fui convocato al Senato per presentare l’opinione della UIL, che era positiva. Ma le cose sono andate diversamente. Da due anni a questa parte grossi cambiamenti non ce ne sono stati, perché c’è un problema di cultura del lavoro: la dirigenza ha lo sguardo rivolto al passato.
Può fare un esempio concreto?
Sì. Se avessimo introdotto il coworking o lo smartworking molto prima, avremmo sicuramente recuperato il gap di assunzioni perché avremmo reso l’amministrazione più attrattiva. Oggi i giovani puntano a un equilibrio vita-lavoro. Tuttavia, se c’è un problema culturale, tu puoi mettere i computer più avanzati in ufficio, ma la tecnologia non basta se non è accompagnata dalla modernizzazione dell’organizzazione del lavoro.
Qual è la radice di questo ritardo culturale?
Per superare una mentalità antiquata occorre come minimo una generazione. Non avendo affrontato il problema in passato oggi siamo in ritardo. Aggiungo che da noi la dirigenza supera mediamente i 60 anni ed è difficile chiedere a persone di quell’età di cambiare il loro modo di pensare. È evidente che occorre reclutare e formare una classe dirigente al passo coi tempi.
A cura dell’Ufficio comunicazione UILPA
Roma, 14 giugno 2025