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27.02.2014 – La cattiva politica vince sulle ragioni del lavoro pubblico.

L’Assemblea del Senato, nella seduta del 25 febbraio u.s., ha definitivamente approvato il decreto-legge Milleproroghe, un provvedimento di fatto “blindato”, in cui non è stato possibile apportare alcuna modifica rispetto al testo approvato dalla Camera dei Deputati, in relazione all’approssimarsi del termine di scadenza per la conversione in legge. E’ rimasta, quindi, confermata la soppressione della disposizione che avrebbe consentito di superare la fase di avvio del Fondo Sirio, contenuta nel testo iniziale del decreto legge, per effetto della presentazione e dell’approvazione di tre emendamenti di cui sono stati firmatari deputati di varia estrazione politica, di cui abbiamo già fornito i nominativi ed i partiti politici di appartenenza.

La conseguente impossibilità di sbloccare le risorse che avrebbero consentito la funzionalità del Fondo azzera ogni possibilità di raggiungimento del quorum minimo di 10.000 adesioni entro il 17 ottobre p.v.-

Al riguardo, nel rimandare alle considerazioni di merito già puntualmente espresse anche a mezzo stampa, assicuriamo tutti i lavoratori dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali, degli Enti Pubblici, delle Università, degli Enti di Ricerca, che hanno aderito al Fondo di previdenza complementare loro riservato, che continueremo a cercare un intervento normativo che vada nella stessa direzione di quello già contenuto nel testo iniziale del “Milleproroghe”, inteso a consentire la sopravvivenza della previdenza complementare per i lavoratori dei sopraindicati comparti.

Comunque vada a finire, intendiamo rassicurare tutti i lavoratori che hanno aderito al Fondo Sirio che le quote versate non saranno in ogni caso perse in quanto scatteranno i meccanismi di tutela previsti dalla legge.

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