L’Annuario statistico italiano, che quest’anno giunge alla 145esima uscita, è uno strumento di 24 capitoli che offre al lettore, con molti particolari, i dati dell’anno che meglio descrivono la popolazione, la società, l’ambiente, l’economia, le istituzioni, i servizi, i comportamenti, la cultura, la ricerca, e molto altro ancora.
Nello specifico, in allegato il capitolo 23 sulle Istituzioni pubbliche.
Nel 2020 le istituzioni pubbliche attive in Italia, secondo i dati definitivi della terza edizione della Rilevazione censuaria delle istituzioni pubbliche, sono 12.780, con 104.005 unità locali dislocate sul territorio nazionale e all’estero, nelle quali prestano servizio 3.601.709 lavoratori, comprese le Forze armate e di Polizia e i dipendenti pubblici in servizio all’estero presso ambasciate, consolati, istituti di cultura o altre sedi di rappresentanza.
In relazione al tipo di contratto, il personale in servizio si articola in 2.974.360 dipendenti a tempo indeterminato (l’82,6 per cento del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 421.929 dipendenti a tempo determinato (l’11,7 per cento) e 205.420 non dipendenti (il 5,7 per cento). Considerando la distribuzione del personale in servizio nel settore pubblico, il 56,1 per cento dei dipendenti si concentra nell’Amministrazione centrale, che comprende, tra gli altri, il personale delle scuole pubbliche e delle Forze armate e di Polizia.
Il 20,1 per cento dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale, il 10,2 per cento nei Comuni (6 istituzioni pubbliche su 10). Il restante 13,6 per cento è occupato nelle altre tipologie di forme giuridiche. Nel 2020 le istituzioni non profit attive in Italia, secondo i dati del Registro statistico delle istituzioni non profit, sono 363.499 e impiegano 870.183 dipendenti. Rispetto al 2019, le istituzioni crescono del +0,2 per cento a fronte del +0,9 per cento rilevato tra il 2019 e il 2018 e al +2,6 per cento tra il 2018 e il 2017. Campania, provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Valle d’Aosta e Umbria si distinguono per l’aumento più elevato del numero di istituzioni. A livello nazionale l’incremento dei dipendenti resta stabile intorno al +1,0 per cento, mentre su scala regionale la crescita maggiore si osserva in Sicilia e Valle d’Aosta.