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Interviste ai segretari regionali Uilpa
Campania: Pierluigi Di Benedetto

Potrebbe descrivere il ruolo principale di un Segretario regionale della Uilpa dal punto di vista operativo?

 

Deve svolgere principalmente un ruolo di raccordo tra le province della regione. Su mia proposta in Campania la nostra Segreteria regionale include tutti i segretari territoriali generali proprio per dare la massima rappresentanza alle istanze locali. Quindi, il mio ruolo è quello di creare contatti tra le varie realtà della Uilpa. Inoltre, devo generare rapporti e collegamenti con i coordinatori regionali delle varie amministrazioni, siano essi ministeri, enti pubblici non economici o agenzie fiscali. In particolare, per gli ultimi due il ruolo di coordinamento è maggiore perché hanno anche un livello di interlocuzione regionale.

 

Cosa significa creare punti di contatto e collegamenti?

 

Noi siamo presenti in tutte le amministrazioni della regione. Senza un coordinamento potrebbe succedere che un segretario generale territoriale prenda una posizione su una questione nazionale con una ricaduta diversa rispetto al suo vicino di provincia. Per evitare questo, organizziamo riunioni e coordiniamo le scelte, decidendo a maggioranza la soluzione migliore da portare avanti in tutta la regione. Questo modo di operare assicura un’omogeneità non solo all’interno della UILPA, ma anche e soprattutto nei confronti delle altre sigle sindacali.

 

Può fare degli di esempi concreti?

 

Certo. Capita di prendere le difese dei lavoratori per le valutazioni della performance. Ad esempio, abbiamo dovuto fare un tentativo di conciliazione davanti all’Ispettorato del Lavoro per una funzionaria che ha ricevuto un voto basso per “mancanza di flessibilità”. Questa imputazione consisteva nel rifiutarsi di svolgere mansioni che il dirigente le aveva assegnato perché erano contro la legge e le circolari. Inoltre, rispetto a vent’anni fa nella Pubblica Amministrazione di oggi il carico di lavoro è esagerato, la carenza di personale è evidente e il rapporto gerarchico è diventato addirittura vessatorio. Perciò ci capita spesso di intervenire.

 

Quali sono i tre problemi più importanti che si trova ad affrontare negli enti del comparto Funzioni Centrali in Campania?

 

Il primo è la carenza di personale, contrariamente all’idea che il Sud sia pieno di lavoratori pubblici. È un problema enorme perché non si riesce più a fare massa critica, e questo impedisce ai lavoratori di specializzarsi e di formarsi per offrire un servizio migliore agli utenti. Il secondo problema è il rapporto con la dirigenza. Oggi, avere buoni rapporti con i dirigenti è possibile solo se hai una storia personale che ti conferisce autorevolezza. Altrimenti, le riunioni vengono affrontate con un piglio burocratico e il parere del sindacalista non interessa. Ciò crea frustrazione e un danno per i lavoratori, che non riescono ad avere la piena tutela di un tempo. Il terzo problema è lo stress da lavoro correlato che incide molto sulla vita quotidiana dei lavoratori pubblici. I quali ricevono critiche durissime dai cittadini e a volte vengono picchiati per colpe non loro.

 

Qual è il futuro della contrattazione decentrata territoriale negli enti delle Funzioni Centrali?

 

Se la UIL non aderirà ai contratti nazionali o non ci sarà una sentenza che ci riammetterà ai tavoli negoziali, dovremo svolgere solo un ruolo di sindacato di contrapposizione e critica. Se, come credo, ci sarà una nostra riammissione ai tavoli, lo faremo sempre di concerto con le RSU. In Campania siamo primi nelle Funzioni Centrali da cinque tornate elettorali, il che ci dà l’onere e l’onore di offrire contributi positivi ai tavoli di trattativa. Se non succederà, saremo comunque al fianco dei lavoratori per portare avanti le loro rivendicazioni.

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UILPA

 

Roma, 30 giugno 2025