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La parola ai Coordinatori nazionali UILPA
Intervista a Renato Cavallaro,
Agenzia delle Entrate

Qual è il problema più urgente che l’Agenzia si trova ad affrontare?

 

Innanzitutto quello delle risorse economiche perché i vincoli normativi che bloccano i fondi per il salario accessorio impediscono la crescita di molte professionalità. Come è noto, il fondo per la produttività non può crescere a causa del decreto Madia e siamo arrivati all’assurdo con la restituzione al fisco da parte dell’Agenzia di una parte delle somme assegnate per rispettare il tetto massimo imposto dalla legge. Nel corso degli anni la contrattazione ha individuato le professionalità in grado di assumere responsabilità significative attraverso percorsi di carriera, ma l’attuazione di questo sistema non viene declinata correttamente sia per l’insufficienza delle risorse destinate al salario accessorio sia per le resistenze che l’agenzia pone in termini organizzativi.

 

A sei mesi dalla firma del CCNL può fornire una valutazione complessiva sull’andamento delle relazioni sindacali all’interno dell’Agenzia delle Entrate?

 

Le relazioni sindacali sono influenzate dai vincoli che ha posto l’ARAN rispetto alla partecipazione delle organizzazioni non firmatarie del CCNL Funzioni Centrali 2022-2024. Noi però non ci facciamo condizionare e il nostro ruolo lo svolgiamo ugualmente in quanto organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa all’interno dell’Agenzia. Perciò interveniamo nel merito delle questioni con proposte concrete, mantenendo sempre aperto il confronto con l’amministrazione. A livello nazionale, l’informazione ci viene costantemente fornita, anche se continuiamo a essere esclusi dagli altri istituti previsti dal CCNL. Confidiamo nei ricorsi che abbiamo presentato come UILPA per ottenere almeno quanto è riuscita ad ottenere la UIL Scuola, cioè la riammissione ai tavoli delle relazioni sindacali per l’informativa e il confronto.

 

Questo a livello nazionale. E sul territorio?

 

Sui territori è più diffuso l’indirizzo rigido che ha dato l’amministrazione, riportando pedissequamente i contenuti dell’orientamento applicativo ARAN sulla partecipazione delle organizzazioni non firmatarie. Ma ci sono realtà in cui siamo riusciti a creare situazioni di maggiore democraticità: ad esempio ad Imperia e a Salerno. In queste realtà le direzioni consentono una maggiore partecipazione delle rappresentanze sindacali di tutti i lavoratori. D’altronde, come UILPA abbiamo ottenuto un significativo risultato alle ultime elezioni per le RSU, siamo il primo sindacato in molte singole realtà e quindi la nostra voce ora viene ascoltata con maggiore attenzione.

 

In che modo l’uso delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale sta modificando l’organizzazione del lavoro?

 

L’innovazione tecnologica da noi è una realtà. L’intelligenza artificiale è stata introdotta per effettuare la cosiddetta analisi del rischio evasivo e per individuare con più precisione soggetti che presentano le maggiori potenzialità di evasione fiscale, grazie all’elaborazione delle informazioni contenute nelle banche dati dell’amministrazione. Ma l’uso dell’intelligenza artificiale può riguardare anche altri settori di attività, dalle risposte automatiche ai servizi telematici ai contribuenti. Aggiungo che l’Agenzia dispone di sistemi di banche dati particolarmente complesse e interconnesse con altre banche dati di altre pubbliche amministrazioni o anche di soggetti privati e categorie professionali. La mole di dati da gestire è davvero enorme. Ma l’Agenzia sta investendo in tal senso anche in termini di nuove professionalità, come ad esempio i data scientist. Insomma, oggi possiamo dire di essere al livello delle aziende private più avanzate nell’uso di queste tecnologie.

 

Qual è il grado di coinvolgimento sindacale dei giovani neo-assunti?

 

Negli ultimi anni ci sono state circa 11mila nuove assunzioni in Agenzia delle entrate, la maggior parte delle quali è stata destinata alle regioni del Centro-Nord. Si tratta di personale abbastanza giovane, generalmente dotato di formazione universitaria e post universitaria. Il loro coinvolgimento nell’ambito sindacale può avvenire solo se si ha un approccio qualificato e aderente al loro target. Diversamente da quello che a volte si dice dei giovani, ho riscontrato spesso in loro un certo interesse per i temi sindacali, anche se è comprensibile che all’inizio siano più interessati alla nuova attività professionale che al sindacato. L’importante è presentarsi con iniziative e finalità ben chiare. Serve una comunicazione che possa far passare correttamente il messaggio di un sindacato serio e competente. Così siamo riusciti a coinvolgere molti colleghi neo-assunti nelle ultime elezioni per le RSU in regioni come Lombardia, Piemonte, Veneto.

 

Cosa intende per approccio professionale del sindacato verso i giovani?

 

Significa comprendere le loro esigenze. Quasi tutti i nuovi assunti provengono da un percorso di studi universitario e vengono inseriti in un contesto lavorativo che richiede un’elevata professionalità.  Il loro interesse non è solo quello di avere una buona retribuzione, ma anche la possibilità di crescita professionale legandola al benessere lavorativo personale e alle esigenze di conciliazione vita-lavoro. Di qui l’importanza che i giovani attribuiscono a strumenti come il lavoro agile. Se il sindacato riesce a impostare e a portare avanti buone politiche su questi temi, con proposte chiare e iniziative efficaci, l’attenzione delle nuove generazioni di colleghi cresce notevolmente, così come la loro sensibilità verso l’attività sindacale. Dobbiamo quindi essere capaci di legare il raggiungimento degli obiettivi dell’amministrazione con una organizzazione del lavoro che permetta di valorizzare la qualità della vita personale.

 

A cura dell’Ufficio comunicazione UILPA

 

Roma, 28 maggio 2025