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Fallout Inail

Nel tardo pomeriggio di ieri si è tenuta una riunione tra Amministrazione e OO.SS., da noi richiesta ben due mesi fa, sul tema della grave situazione in cui versano le procedure informatiche. Presenti il Direttore delle Risorse Umane, Carlo Biasco, e il Direttore dell’Organizzazione Digitale, Stefano Tomasini.

In premessa, una presentazione di alcuni colleghi della DCOD ha documentato, numeri e grafici alla mano, la drammaticità della situazione venutasi a determinare a partire dal mese di novembre. Un numero elevatissimo di blocchi di sistema, una crescita incontrollata dei cosiddetti ‘incidenti aperti’ rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A fronte di questo dato di contesto incontrovertibile, non si è registrato alcun peggioramento sul piano quantitativo né qualitativo delle prestazioni erogate dall’Ente e delle attività svolte per erogarle.

La prima considerazione che ne discende, oltre alla certificazione di una complessiva inadeguatezza del sistema e di chi dovrebbe garantirlo, è che, evidentemente, il Personale di questo Ente si è reso protagonista di un impegno straordinario e aggiuntivo, senza il quale non sarebbe stato possibile garantire uno standard elevato di risultati a fronte di un palese peggioramento dell’efficienza degli strumenti a sua disposizione.

Ci è stato raccontato, dunque, ciò che già tutti noi sapevamo, a conferma che non siamo affetti da delirio persecutorio o da allucinazioni vittimistiche quando segnaliamo con insistenza crescente il disagio diffuso che vive il Personale e uno stato di cose che va ogni giorno di più deteriorandosi. Ci è stato detto che nel giro di poche settimane sarà sostituita gran parte dei dispositivi PC Desktop obsoleti (circa 1000) ancora in dotazione a molti ambulatori, anche qui certificando che ogni nostra rimostranza circa la loro inadeguatezza e la difficoltà che ha implicato e implica lavorarci per tanti colleghi era assolutamente fondata.

Della serietà e della oggettività della rappresentazione fatta, naturalmente, rendiamo atto e siamo grati ai colleghi della DCOD, che ogni giorno lavorano per risolvere i crescenti problemi e che hanno prodotto i dati presentati.

Deludente, invece, è stata l’assenza o l’evanescenza rispettivamente di chi dovrebbe, in primis, assumersi la responsabilità politica e tecnica di questo scempio: Il Direttore Generale, non presentatosi alla riunione e il Dr. Tomasini, che, pur presente, non ha avuto forza di ammettere errori, appunto strategici, di programmazione e di organizzazione, né di proporre soluzioni credibili.

Sono anni che lamentiamo approssimazione nella sperimentazione delle nuove procedure, spesso generata dalla impellenza delle scadenze contrattuali e non adeguata formazione del Personale che tali procedure deve utilizzare, ricevendo in cambio un atteggiamento di insofferenza e supponenza, come se le questioni sollevate fossero frutto di fantasia malata o nevrosi da sindacalisti perennemente in polemica distruttiva.

Se la riunione di ieri ha avuto un’utilità, è stata proprio la dimostrazione che non siamo noi ad aver sottovalutato la questione e che non abbiamo esagerato mai nel descriverla come critica e meritevole di maggiore diligenza, umiltà e attenzione. È significativo che, in un momento come questo, di fronte al nostro accorato appello, siano serviti oltre cinquanta giorni per avere una riunione che peraltro, a ben vedere, sul piano delle risposte e degli impegni concreti poco se non nulla ha fornito.

L’impegno a relazionarci settimanalmente sullo stato dei fatti serve a poco o niente. Di sicuro non aiuta i tanti colleghi che misurano sulla loro pelle l’inadeguatezza certificata degli strumenti di lavoro, con disagi crescenti, stress e persino attentati all’integrità fisica, da parte di un’utenza sempre più esasperata.

La nostra preoccupazione, peraltro, a partire da questo grave stato di cose, si estende anche al prossimo varo di ulteriori procedure informatiche, il cui impatto sul lavoro di tutti si preannuncia come devastante. Se non si danno segnali di aver imparato la dura lezione dagli errori commessi, il rischio è che si ripetano ancora, con conseguenze disastrose.

Non ce lo possiamo permettere, né noi, che rappresentiamo i lavoratori di questo Ente e a loro nome parliamo, né tantomeno l’Istituto, che è tenuto a garantire standard di qualità nella tutela dei cittadini. Non possiamo tollerare oltre questo modo di fare, non possiamo rimanere inerti di fronte alla totale strafottenza da parte dei nostri interlocutori, alla continua mancanza di risposte convincenti, all’assenza di trasparenza sulle soluzioni, alla pochezza delle prospettive.

Per questo, abbiamo deciso intanto di proclamare lo stato d’agitazione del Personale, attraverso le nostre strutture, in ogni luogo di lavoro; chiederemo poi l’avvio di una vera rilevazione per determinare i danni determinati dallo stress di lavoro correlato, pronti a difendere l’Istituto, i suoi Lavoratori e i servizi all’Utenza, con ogni mezzo a disposizione…nessuno escluso!

La pazienza è finita.

 

A. Mercanti – M. Molinari – G. Paglia – F. Savarese – P. Romano – G. Norcia