Gli effetti del clima sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Come viene spiegato nel report Inail, il cambiamento climatico opera effetti diretti e indiretti sul benessere dei lavoratori, in particolare di coloro che svolgono le proprie mansioni all’aperto. Le condizioni meteorologiche avverse, come temperature estreme, radiazioni ultraviolette, piogge violente, inondazioni, siccità, hanno fatto emergere nuovi rischi professionali, o aggravato, allo stesso tempo, quelli già esistenti. Un possibile esempio ci è offerto dal fatto che l’innalzamento delle temperature e le modifiche nell’uso del territorio possono favorire l’introduzione di nuovi vettori biologici e agenti infettivi in zone prima indenni, aumentando il rischio di infezioni e focolai epidemici in alcuni ambiti lavorativi.
Le misure Inail per le imprese e per i lavoratori esposti a temperature elevate. Anche l’Inail, attraverso lo strumento dell’Ot23, fornisce alle aziende con “ambienti severi caldi”, così definiti dalle norme Uni, l’opportunità di beneficiare della riduzione del premio per finalità di prevenzione attraverso l’installazione di sistemi di condizionamento microclimatico, la realizzazione di barriere per l’isolamento di sorgenti radianti e l’acquisto di indumenti con proprietà riflettenti. Inoltre, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale dell’Inail è impegnato nella realizzazione del progetto Worklimate, che, tra le varie attività, mette a disposizione di lavoratori, autorità di sanità pubblica e operatori della prevenzione una piattaforma per valutare, monitorare e contrastare l’esposizione occupazionale a temperature elevate. Le informazioni su questa tipologia di rischi sono rilevabili anche sul portale Inail nelle pagine di “Conoscere il rischio_Stress termico” disponibili al link sotto indicato.
L’Italia tra invecchiamento della forza lavoro e fuga dei cervelli. L’ultimo rapporto Istat, presentato a luglio 2023, mette in evidenza il progressivo invecchiamento della forza lavoro in Italia. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, si prevede che al 2041 ci saranno 2,5 milioni di residenti in meno nella fascia di età fino ai 24 anni e 5,3 milioni in meno nella fascia di età 25-64 anni. Questo fenomeno, segnala Dati Inail, mette in luce una mancanza preoccupante di partecipazione dei giovani alla vita economica e sociale del Paese. L’incapacità di trovare adeguate opportunità di crescita professionale spinge i giovani laureati a trasferirsi all’estero. Se questo fenomeno della “fuga dei cervelli” diventasse irreversibile, annotano i professionisti della Csa, il paese rischierebbe di perdere un considerevole capitale umano, essenziale per stimolare la crescita economica. Secondo i dati Istat del 2021, riportati nel periodico, il tasso di espatrio per i laureati di età compresa tra i 25 e i 34 anni è del 9,5‰ tra gli uomini e del 6,7‰ tra le donne.
Sars-CoV-2, al 30 aprile 2023 pervenute all’Inail oltre 300 mila denunce di infortuni. Il numero di luglio di Dati Inail fa anche il punto, infine, sui dati degli infortuni professionali da Sars-Cov-2. Dall’inizio della pandemia, sono stati denunciati all’Istituto 320.724 contagi professionali e sono stati registrati 901 decessi. I contagi seguono sostanzialmente le ondate osservate sulla popolazione e risentono di un’influenza legata alle misure di contenimento del virus, alla diffusione delle vaccinazioni e ai piani mirati di prevenzione realizzati. Il picco di massima concentrazione delle infezioni si è registrato a marzo e a novembre 2020 e a gennaio 2022. La maggior parte delle denunce è stata rilevata nel nord Italia, il 40,5% nel nord-ovest e il 21,5% nel nord-est. Il resto è stato accertato nel meridione con il 21,1% e nel centro con il 16,9%. Anche il report Inail, quindi, conferma che la regione con più casi in valore assoluto è stata la Lombardia, seguita a distanza da Piemonte e Veneto.
Istat: popolazione e mercato del lavoro – Storia degli infortuni da Sars-Cov-2 – La valutazione dei rischi nell’ottica dei cambiamenti climatici
(.pdf – 1,10 mb)
In questa sezione è trattato il rischio relativo allo “stress termico”; sono quindi esposti gli aspetti e le problematiche relative al microclima dei cosiddetti ambienti “severi” (caldi e freddi).