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COP26, crisi climatica: è codice rosso per l’umanità intera

Gli occhi del mondo sono puntati su Glasgow, in Scozia, dove domenica 31 ottobre si è aperta la 26° Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite, nota come COP26, per proseguire fino al 12 novembre, con diplomatici e politici delle Nazioni unite che chiedono più azione e ambizione per fissare nuovi impegni volti a ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi agli impatti del riscaldamento globale.

La COP26 rappresenta un appuntamento importante per il futuro del nostro pianeta, la crisi climatica è un vero e proprio un codice rosso per l’intera umanità. Difficile non scorgere i segnali di allarme: le temperature stanno raggiungendo dovunque nuovi massimi; la biodiversità è in picchiata verso nuovi minimi; gli oceani si stanno riscaldando e acidificando e soffocano a causa della plastica. Le temperature in aumento renderanno vaste parti del pianeta prive di vita per l’umanità entro la fine del secolo.

Oggi, all’apertura del World leader summit il secondo giorno della COP26, il capo delle Nazioni Unite António Guterres ha inviato un duro messaggio al mondo. “Stiamo scavando le nostre stesse tombe”, ha detto, riferendosi alla dipendenza dai combustibili fossili che minaccia di spingere l’umanità e il pianeta verso un riscaldamento globale insostenibile. Il capo delle Nazioni Unite ha chiesto maggiore ambizione sulla mitigazione e azioni concrete immediate per ridurre le emissioni globali del 45 per cento entro il 2030.

“Dobbiamo salvare la Terra” gli ha fatto eco il britannico Boris Johnson, il primo a parlare alla cerimonia, iniziata alle 12.30 ora locale, che ha fatto un confronto tra la crisi climatica e un dispositivo apocalittico presente in uno dei film di James Bond, girato sul set a Glasgow. “Potremmo non sentirci come James Bond, o assomigliare a James Bond, ma la COP26 deve essere l’inizio per disinnescare quella bomba. Sì, sarà dura, ma sì, possiamo farcela”, ha concluso.

Sul palco della Cop26 il premier Draghi ha rilanciato: “Ora, qui alla COP26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi nel campo dei finanziamenti per il clima. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e quello privato, in modi nuovi”.

Fitta l’agenda degli appuntamenti, due settimane in cui oltre 30.000 delegati, tra cui capi di Stato, esperti climatici e attivisti, concorderanno un piano d’azione per affrontare il cambiamento climatico. Sul tavolo della Coop26 ci sono piani di de-carbonizzazione ambiziosi e la riduzione delle emissioni del 45% rispetto al 2010, raggiungendo zero emissioni entro il 2050 per rimanere entro la soglia di 1.5 gradi di riscaldamento globale. Tutti hanno un ruolo nell’azione per il clima, le persone di tutto il mondo devono lavorare insieme per risolvere la questione climatica.

Ufficio di comunicazione UILPA

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