Banner

Convegno ‘Vigili del fuoco. Cosa sappiamo,
cosa possiamo fare’ – Intervento di Sandro Colombi

Sandro Colombi, Segretario generale UILPA

Taranto, 31 maggio 2024

 

 

Gentili signore, egregi signori,

 

sono molto contento di trovarmi qui oggi e di concludere una giornata ricca di spunti sicuramente “tecnici”, ma altrettanto sicuramente, passatemi il termine, “umanistici”. Perché uso questo termine? Perché mi sembra di poter dire che al centro dei lavori di questa mattina c’è stata la persona umana nella sua veste di lavoratore. Dunque, una persona, un lavoratore osservato nei vostri interventi sia come professionista che interviene quasi sempre in situazioni di crisi più o meno grandi, sia di individuo con la sua necessità di mantenere una piena integrità psicofisica per svolgere al meglio il proprio lavoro e per vivere senza traumi la propria esistenza al di fuori del lavoro.

 

Poiché tutti noi sappiamo quanto sia sempre più difficile mantenere ottimali condizioni di lavoro e di operatività è chiaro che, nella Pubblica Amministrazione in generale e nel vostro comparto in particolare, c’è sempre più bisogno di sindacato. E in particolare c’è bisogno di sindacato per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

 

Dobbiamo imparare dalla nostra storia. Nel corso degli anni ’60 il movimento sindacale contrastò l’idea della fatalità degli infortuni sul luogo di lavoro e passammo dal modello del lavoratore rassegnato al lavoratore conscio dei propri diritti, tra cui quello della salute che, non lo dimentichiamo, discende dal dettato stesso della Costituzione. Costituzione che, come emerge dalla combinazione dei principi enunciati nell’articolo 2, nell’articolo 32 e nell’articolo 41, sancisce il valore della tutela della persona umana nella sua integrità psico-fisica in riferimento a condizioni ambientali sicure e salubri che, evidentemente, riguardano anche le condizioni di svolgimento dell’attività lavorativa.

 

Negli ultimi decenni questa coscienza si è affievolita. Complice il precariato, la disoccupazione di massa, il dumping contrattuale, la flessibilizzazione estrema delle forme occupazionali, la ridda di appalti al ribasso, i bassi livelli di retribuzione e, nel caso del pubblico impiego, la mentalità borbonico-sabauda di troppi dirigenti.  Risultato: si lavora solo in funzione del profitto aziendale. Si lavora per mantenere il proprio posto di lavoro. Si lavora sempre di più al limite delle proprie forze e della propria concentrazione mentale. Si lavora a rischio della salute. Questo risultato è un capolavoro delle teorie economiche neoliberiste. Ma per noi diritto al lavoro e diritto alla salute non sono scelte alternative: sono fattori complementari.  Non si escludono a vicenda, ma si integrano e si completano fra loro.

 

Come abbiamo ascoltato oggi, essere in salute non significa solo non essere malati. La salute degli individui non è solo una risorsa per la produzione, ma un investimento per l’intera società. Analogamente, la sicurezza non è solo una condizione personale, ma è un patrimonio collettivo che va salvaguardato anche e soprattutto quando è messa a rischio nel mondo del lavoro. Come UIL e come UILPA abbiamo rilanciato da tempo uno degli obiettivi della contrattazione collettiva: il benessere organizzativo inteso come un insieme di fattori che contribuiscono a migliorare sotto l’aspetto fisico, mentale e sociale l’ambiente in cui le persone svolgono il proprio lavoro quotidiano.

 

Di certo sapete che la UIL è impegnata da circa due anni in un’intensa campagna intitolata “Zero morti sul lavoro”. Una campagna che non chiede solo di evitare le morti bianche, ma di evitare gli infortuni e le attività stressanti, che chiede con forza il reale benessere organizzativo quale presupposto essenziale per la riduzione degli incidenti sul lavoro. Le cronache quotidiane ci informano che in Italia si muore sul lavoro e di lavoro con una intensità che non è degna di un Paese che abbia l’ambizione di definirsi civile. Ma se questa è la parte spettacolare – diciamo così – della tragedia, ce n’è un’altra forse ancora più drammatica, della quale però non parla quasi mai nessuno. Per ogni incidente sul lavoro che viene denunciato all’INAIL, ce ne sono almeno dieci o veti che vengono sfiorati. Per ogni lavoratore colpito, ce ne sono ogni giorno molti, molti di più che si salvano per un pelo o per mera fortuna da un carico sospeso malfermo, da un ritorno di fiamma improvviso, da una scala male appoggiata, da una cisterna non areata, da un ponteggio non protetto, da un macchinario non sottoposto a manutenzione.

 

Se ci pensiamo un attimo, il dramma dele morti sul lavoro è solo la punta di un iceberg che nasconde una realtà immensamente più grande e più difficile da identificare e da descrivere. Anche perché le situazioni di quasi-infortunio non vengono quasi mai rese note, ma rimangono per lo più nascoste nel segreto della “normalità” quotidiana.  Una normalità che voi conoscete molto bene, perché è proprio questa la sfida che voi, Vigili del Fuoco, affrontate nel vostro lavoro: una sfida non solo contro il pericolo, ma anche contro la sorte, contro il caso, contro la fortuna. E anche quando la fortuna entra in gioco a supportare la vostra esperienza e la vostra straordinaria professionalità, le conseguenze dei rischi corsi spesso segnano il fisico per tutta la vita sotto forma di malattie professionali croniche, quando non addirittura di lesioni parziali o totali che cambiano per sempre l’esistenza delle persone e delle loro famiglie.

 

Costi quel che costi, su questi temi non arretreremo di un millimetro.  Non arretreremo anche se siamo consapevoli che tanti politici, tanti ministri e tanti dirigenti della P.A. sono insensibili dinanzi a questi temi. Ma non ci arrendiamo: rivendichiamo con forza il coinvolgimento del sindacato nell’organizzazione del lavoro e su questioni come l’orario, i turni, il rapporto forza lavoro-quali/quantità di prodotto, gli strumenti di produzione, la formazione e l’aggiornamento professionale, i macchinari, gli investimenti e così via.

 

Questa nostra rivendicazione non è né un capriccio né una pretesa. Muove invece dalla piena consapevolezza, peraltro suffragata da innumerevoli studi, che è proprio un’organizzazione del lavoro fondata sul profitto, nel privato, o sul taglio degli investimenti, nel pubblico, a costituire la fonte primaria di rischi per la sicurezza. Perciò, in sintonia con l’articolo 9 dello Statuto dei Lavoratori, occorre discutere con la parte datoriale, pubblica o privata che sia, la gestione del rischio e soprattutto la sua prevenzione. Nella P.A. lo richiede lo stato delle cose: disinvestimento, scarsità di organici, incapacità organizzativa, assenza di visione strategica. Si tratta di criticità che impattano fortemente e negativamente sulle condizioni di lavoro e quindi sull’esposizione al rischio. Esposizione che per i Vigili del Fuoco è connaturata alla propria attività. Proprio per questo è necessario assicurare a monte le condizioni per ridurre al minimo l’incidenza dei fattori imponderabili che nel vostro settore, più che in qualunque altro, rappresentano il principale fattore di rischio per la sicurezza e la salute degli operatori.

 

La grande competenza, il grande addestramento certamente tutelano dagli infortuni, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare sulle esposizioni a rischio, sullo stress lavoro-correlato, sulle malattie professionali e su altre spinose questiono come l’insufficienza degli organici e il trattamento economico.

 

Per affrontare i problemi del Corpo dei Vigili del Fuoco abbiamo però bisogno di interlocutori attendibili. Abbiamo bisogno di una politica che sappia ascoltare, che investa nella P.A, che prenda impegni e che poi li mantenga. In poche parole, abbiamo bisogno della buona politica. Per natura non siamo pessimisti e crediamo che buoni politici, ossia politici che hanno a cuore l’interesse pubblico, siano più di quel che non appaia. La UIL e la UILPA sperano di averli al loro fianco perché la battaglia per la salute e al sicurezza sul lavoro non ha colore: è una battaglia di civiltà.

 

Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione