Ieri pomeriggio è partito il referendum sull’ipotesi di CCNL Funzioni Centrali, promosso dalle organizzazioni sindacali che non hanno firmato l’accordo del 6 novembre all’ARAN.
Come c’era da aspettarsi la disinformazione imperversa in molti uffici grazie alle comunicazioni distorte di qualche sigla sindacale che punta a creare fra i lavoratori una paura immotivata di questa consultazione.
Tra le molte assurdità che ci tocca sentire in queste ore vi è anche quella secondo cui la vittoria dei NO al referendum determinerebbe il blocco del rinnovo contrattuale, l’annullamento della pre-intesa del 6 novembre e la mancata corresponsione degli arretrati e degli incrementi contrattuali.
Si fa fatica a credere che qualcuno possa dar retta a simili sciocchezze!
L’iniziativa di CGIL-FP, USB-PI e UIL-PA non bloccherà un bel niente. L’iter della pre-intesa del 6 novembre è già iniziato e continuerà ad andare avanti secondo le scadenze previste dal decreto 165.
Ma una chiara e netta vittoria dei NO avrà di sicuro un impatto politico, mettendo il governo di fronte alle proprie responsabilità.
Ci sono molte cose da aggiungere a quel CCNL: sia sul piano economico che su quello normativo. Sappiamo bene (e lo sa anche il governo) che se si vuole si possono trovare risorse ulteriori e/o aggiuntive. Ad esempio, spostando sul triennio 2022-2024 una tranche delle risorse già stanziate per gli acconti del triennio successivo.
L’obiettivo di portare quel misero 5,78% di aumento a una percentuale più congrua è possibile, se faremo sentire alla politica la nostra pressione e il nostro malcontento.
Votare NO al referendum è necessario per migliorare le condizioni salariali e di lavoro.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL-PA
Roma, 17 dicembre 2024