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Colombi: perché in piazza il 19 ottobre?
Lo spiegano i numeri

Qualcuno si stupisce perché sabato prossimo le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego scenderanno in piazza. La risposta è semplice: perché siamo stanchi e arrabbiati. Stanchi di essere presi in giro. Arrabbiati per le condizioni di lavoro, per essere umiliati e malpagati. Ma i benpensanti, si sa, sono duri d’orecchi e ci chiedono: “Ma come? Il governo vi rinnova il contratto e voi rifiutate?”

 

Ai marziani appena sbarcati dall’astronave vorrei sottoporre alcuni numeri per sapere se in queste condizioni si può portare avanti una trattativa degna di questo nome:

 

– scadenza precedente CCNL: 31 dicembre 2021;

 

– ritardo medio dei rinnovi contrattuali secondo ISTAT: 27,3 mesi;

 

– ritardo CCNL settore pubblico: 34 mesi;

 

– incremento nel triennio a regime previsto: 5,78%;

 

– inflazione secondo il DEF: 16,5%;

 

– svalutazione da inflazione per un funzionario nel triennio 2022-2024: 290 euro;

 

– risorse teoricamente necessarie per recuperare l’inflazione: 30 miliardi secondo Funzione Pubblica;

 

– risorse effettive per il “settore statale” 5,5 miliardi, di cui sottratte alla contrattazione:

 

* 1,81 miliardi già corrisposti come Indennità di Vacanza Contrattuale;

* 1 miliardo “una tantum” solo per il 2023 (bonus Meloni);

* 2 miliardi con il decreto “anticipi” solo per il 2024.

 

Come si vede resta ben poco da redistribuire. Per di più, a causa dell’erogazione in un’unica soluzione, gli “acconti” di cui sopra hanno provocato forti penalizzazioni fiscali. Ma continuiamo con l’elenco dei numeri:

 

– incremento residuo a disposizione della contrattazione per l’intero triennio: 3,15%;

 

– aumento mensile netto in busta paga: area operatori € 71,76; area assistenti 75,46; area funzionari 91,65; area elevate professionalità 126,03 (che però, allo stato attuale, di fatto è inagibile, dato che le amministrazioni non l’hanno attivata);

 

– risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa: forse, ma non è sicuro.

 

Può bastare? Direi di sì. Il 19 ottobre saremo in piazza perché siamo stufi di essere il bancomat di tutte le manovre economiche. Siamo stufi di essere l’unica categoria che continua a impoverirsi anche quando l’economia tira.

 

E se qualche marziano continua a non capire, vuol dire che fa finta.

 

Roma, 15 ottobre 2024

 

Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione