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Colombi. La riforma della giustizia è il risultato di scelte affrettate

La riforma della giustizia presenta norme poco chiare, incerte e destinate a non reggere sul piano pratico. Norme a rischio di incostituzionalità. Nessuna vera discussione sul merito di alcuni provvedimenti e sulle conseguenze che minano il Welfare state e una narrazione che confonde i cittadini. Questo è quanto si può dire sulla riforma della giustizia.

 

Mi chiedo se si tratti in realtà di una riforma contro l’amministrazione della giustizia? Non si può affrontare un tema così complesso con una legge sola. Servono una serie di provvedimenti integrati che partano dall’inizio non dalla fine dei problemi.

 

La vera riforma oggi riguarda le risorse per il personale amministrativo e per le strutture, dai palazzi di giustizia alle carceri. Invece si continua, per esempio, a cambiare la norma sulla prescrizione, modificando l’improcedibilità, che in questo momento stava portando risultati utili per il PNRR.

 

La politica cerca consensi con la separazione delle carriere, ma presto scopriremo l’inverno scopriremo che i cambiamenti di funzione oggi sono pochissimi e con la legge Cartabia praticamente spariscono.

 

Questa riforma rischia di indebolire l’azione e l’amministrazione della giustizia. Noi crediamo che la cultura della giustizia sia fondamentale a tutti i livelli per combattere la criminalità. Come Uil e ne abbiamo dato prova con l’istituzione del progetto Uil e Associazione #Noi: insieme per la Scuola di Alta Formazione Antimafia.

 

Questa riforma è il risultato di scelte affrettate che non hanno tenuto conto dell’esperienza concreta di chi fa polizia giudiziaria, di chi lavora nelle squadre mobili e di chi è impegnato in prima linea rischiando quotidianamente la vita. Non possiamo che bocciarla.

 

Ufficio comunicazione UIL Pubblica Amministrazione

 

Roma, 15 luglio 2024